Campobasso si fa bella. Campobasso si organizza. In piazza Prefettura operai al lavoro per allestire i maxischermo che permetteranno a chi non riuscirà ad avvicinarsi al Papa di vederlo e di ascoltarlo. Dal cielo l’elicottero della Polizia di Stato prova e controlla. Meno tre giorni all’appuntamento del Molise con la sua storia.

Jorge Bergoglio ha scelto di visitare le terre dimenticate dell’Italia. La Calabria, prima. Poi il Molise. In rapida successione Papa Francesco si butta a capofitto nel ventre del Paese che soffre in silenzio. Eppure quanto bello è il Molise. Quanto è capace il Molise. Lo dimostrano i tanti molisani che fuori da qui si fanno onore e carriere. Che emergono in posti dove le occasioni sono innumerevoli. In posti dove è come se arrivasse un papa al mese….

Questo viaggio è un’apertura di credito immensa. E una sfida. Credito alla chiesa locale e alla comunità, alla sua classe dirigente tutta. Sfida alle dimensioni, alla conformazione delle nostre città che poi sono borghi. Non è stato facile superare gli standard di sicurezza del Vaticano, costretto ad una maggiore severità da un Pontefice che fisicamente va incontro alle persone, le abbraccia.

Era normale che accadesse ma pure sorprende: il chiacchiericcio in certi posti della città è già mugugno. Come faccio ad aprire il negozio, come fa ad arrivare il mio fornitore del latte sabato mattina, come raggiungo il mio solito posto. Come… Il Papa atterra alle 8.30 sabato mattina e lascia Campobasso alle 14.30. In mezzo un’invasione, è vero. Possibile che però non ci si possa preparare? O anche prenderla come viene? Francesco dai campobassani, dai giovani che lo accoglieranno a Castelpetroso, dagli isernini, dai molisani e da chi verrà a vederlo dalle regioni vicine aspetta un sorriso che ricambi il suo. Null’altro.

In un negozio di via Marconi, uno di quelli che non si lamenta ma si è già organizzato, entra una signora a comprare pane e latte. Accento marcato del Sud, ma parla e parla viene fuori lo slang campobassano. Vive in Sicilia. Per vedere Francesco è tornata a casa. Non ha il pass per la messa, andrà lo stesso a piedi verso il Romagnoli. Vuole esserci. Senza rimbrotti e recriminazioni. Senza pretendere o creare problemi.

Su una qualità dei molisani sono sempre stati tutti d’accordo: l’accoglienza. Lo scriviamo nelle guide e ce ne vantiamo per marketing. Dimostriamo il 5 luglio che non è solo uno slogan.

 

2 Commenti

  1. E’ vero: tanta fatica, ma molta più gioia. Basta con le polemiche sterili, con la stupidità, con il rimanere attaccati al proprio orticello e alla quotidianità, che diventa banalità se rapportata all’evento. Non mi stancherò mai di ringraziare Padre Giancarlo per averci fatto questo regalo, soprattutto a noi campobassani, sempre relegati in secondo piano, sempre alla periferia culturale del Paese. Gracias!!

  2. Anna Perrone scrive:

    Ho letto ” Tre gioni all’ evento…” e mi è piacito tantissimo quanto è stato scritto. L’ ho apprezzato perchè è vero e sentito. Mi ha fatto rivivere con emozione la nostra attesa in terra di Calabria. Andrà bene per tutti, tranquilli!!! Intanto buona e laboriosa attesa; so che dietro un Evento di tale portata c’ è tanta fatica ma anche tanta gioia.

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