Il contenzioso tra il comune di Campobasso e l’associazione culturale ‘Costruttore di eventi’ sul mancato svolgimento del BPM Love Festival, che si sarebbe dovuto svolgere nel capoluogo di regione il 29 e 30 agosto, finisce in tribunale.

Il presidente dell’associazione Simone Rocco, assistito dal padre Franco e dal legale, l’avvocato Luigi de Rosa, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta ieri mattina a Campobasso presso un noto hotel, annuncia che adirà le vie legali per fare chiarezza su una vicenda che ha generato polemiche a non finire.

Doveva essere un grande sogno per la città di Campobasso e invece il BPM Love Festival si è trasformato in un incubo per gli organizzatori che, oltre al danno di immagine, hanno dovuto affrontare  spese quantificate intorno agli 80-100mila euro (acconti agli artisti – che andranno saldati – impianti, palco, copertura, recinzione e pubblicità).

“Chiederemo un risarcimento all’amministrazione comunale – spiega l’avvocato Luigi de Rosa -, i miei assistiti hanno subìto un danno di immagine notevole, oltre ad aver anticipato somme importanti. Se l’evento non si è svolto, non è certo da addebitare all’associazione culturale ‘Costruttore di eventi’”.

Cosa sia realmente accaduto lo stabiliranno i giudici. Sempre alla giustizia toccherà verificare se c’è stata negligenza da parte degli amministratori o la volontà, da parte degli stessi, di non creare le condizioni per realizzare un evento, forse, poco gradito a qualcuno.

Di certo tra gli amministratori di palazzo San Giorgio, in particolare il sindaco Antonio Battista e gli assessori Salvatore Colagiovanni ed Emma De Capoa, più volte tirati in ballo nel corso dell’incontro con i giornalisti, e gli organizzatori della due giorni di musica che avrebbe coinvolto circa 10mila giovani,  cinquemila a serata, e portato nel capoluogo dj di fama nazionale e internazionale (Cristian Marchi, Dj from Mars, Carolina Marquez, ProvenzanoDJ, solo per citarne alcuni) qualcosa non ha funzionato.

L’area dell’ex Romagnoli è di proprietà della Regione, che ha fornito il nulla osta all’evento, ma è gestita dal Comune trovandosi sul proprio territorio.

La richiesta ufficiale avanzata il 22 luglio riguardante l’utilizzo di suolo pubblico, è stata seguita, il 26 agosto, da una delibera di giunta che ha autorizzato la manifestazione, previo pagamento di un canone di 10mila euro a titolo di rimborso delle spese che l’ente avrebbe sostenuto per la pulizia e la risistemazione della zona e dell’attivazione di una polizza fideiussoria.

“Tale richiesta – rimarca Simone Rocco – è stata avanzata pochi giorni prima l’inizio dell’evento e dunque non è stato possibile ottemperare. Ma anche se avessimo pagato (questo sembra essere il nodo cruciale, ndr), la due giorni non si sarebbe potuta svolgere ugualmente: a poche ore dall’inizio – rimarca Rocco – l’area non era stata sgomberata dalle auto in sosta, nulla era stato fatto per chiudere al traffico via Albino e nessun cartello era stato affisso per evitare il parcheggio di vetture nelle quarantotto ore antecedenti il giorno 27 quando sono iniziati i lavori di allestimento del palco”.

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