Qual è il destino del Molise? Quale la scelta migliore per garantire un futuro a chi vive in questa terra? Difendere la sua autonomia o, riconoscendo che da sola non ce la fa, scegliere di aggregarla ad altre Regioni? Primo Piano Molise e Teleregione lo chiedono ai cittadini.

Si tratta di un sondaggio che vedrà protagonisti i molisani chiamati a rispondere tramite un sms ad una sola e semplice domanda: qual è il futuro del Molise? Due le opzioni tra cui si potrà scegliere:

se si è favorevoli all’accorpamento con altre Regioni bisogna scrivere ‘A’ nel messaggio di testo;

in caso invece si ritenga che il Molise debba difendere la sua autonomia è necessario scrivere ‘B’.

Il numero a cui inviare gli sms è 366 5860580.

Cinquant’anni dopo la legge costituzionale che ha sancito l’autonomia del Molise molto è cambiato nel sistema degli enti territoriali. Oggi non è più lo Stato centrale a trasferire le risorse per pagare i servizi ai cittadini. Sono le Regioni a dover pianificare i servizi in base alle loro risorse. Così, le ‘piccole’ entrano in crisi. Sanità, trasporti, viabilità: sono alcuni dei nervi scoperti in Molise. Settori in cui la Regione non riesce ad erogare prestazioni che soddisfano i cittadini a fronte di una pressione fiscale che è la più alta d’Italia.

Cosa fare allora? Assecondare spinte sempre più marcate verso la ‘federazione’ fra territori a favore di aree più vaste o, al contrario, rimettere in sesto la propria macchina, eliminando disfunzioni e sprechi, e resistere? Essere Regione autonoma significa avere la Corte d’Appello a Campobasso e non doversi recare a Napoli o L’Aquila per una causa di secondo grado. Lo stesso vale per tutti i servizi ed uffici pubblici oggi dislocati sul territorio e nell’ipotesi di una macroregione assai probabilmente delocalizzati altrove. Significa perdere l’autonomia politica, il Consiglio regionale e qualche posto da parlamentare. E così via. Si comprende come il dibattito, che va avanti da anni e con le recenti ipotesi di riforma della geografia giudiziaria è tornato prepotentemente alla ribalta, sia tutt’altro che superficiale. Le opzioni in campo sono assolutamente impegnative e per il Molise di vitale importanza.

Attraverso questa nuova iniziativa di Primo Piano Molise e Teleregione i molisani potranno dire la loro. In base alle proprie esperienze personali e alle proprie convinzioni parteciperanno ad una discussione che li riguarda molto da vicino anche se spesso pare confinata nei ‘circoli’ per addetti ai lavori. Da oggi si può esprimere la propria opinione inviando un sms al numero sopra indicato. Il sondaggio durerà un mese, i suoi risultati saranno resi noti e commentati durante una puntata speciale della trasmissione di Teleregione ‘Fuoco incrociato’ che andrà in onda il 20 ottobre

3 Commenti

  1. Rocco Marinucci scrive:

    Il numero di abitanti dell’intero molise è come quello di un grande quartiere di Roma. E’ il primo elemento da considerare al fine di accorpare il molise ad un’altra regione. Io preferirei l’Abruzzo. L’indipendenza del Molise si è rivelata un vero fallimento. E’ doloroso dirlo, ma le comunelle del sistema Molise hanno dato corso alle situazioni politiche (e non) più turpi. Intrecci di potere che è possibile dipanare, appunto allargando. La Democrazia è un bene troppo grande per lasciare le cose così come stanno.
    La cartina di questo articolo è prorio bella: Termoli, Isernia e Campobasso province della nuova Abruzzo e Molise.

  2. FABRIZIO scrive:

    Favorevole senza ombra di dubbio alla macroregione. Questo non vuol dire dimenticare le proprie origini, ma in questa era di globalizzazione non e’ piu’ possibile rimanere da soli in un territorio che pur avendo grandi risorse naturali non e’ stato mai capito ne sfruttato a beneficio del popolo molisano. Confido in una amministrazione piu’ varia che possa finalmente valorizzare quello che abbiamo.

  3. Angela Di Nunzio scrive:

    Sono favorevole per l’istituzione della macroregione Molise/Abruzzo/Marche perchè essa permetterà di competere in un mondo glibalizzato e avere così tutti i servizi necessari ai cittadini, compresa la Corte d’Appello.

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