Divise impolverate, facce sconvolte. Mani che scavano, spostano pezzi di mura e calcinacci, travi. L’esercito dei soccorritori è uno dei simboli del sisma del 2002 e della tragedia di San Giuliano di Puglia. Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco, Guardia di finanza, Corpo forestale, Esercito, 118, volontari delle associazioni di Protezione civile: gli eroi di una storia che loro per primi avrebbero voluto finisse molto diversamente. Lottarono contro il tempo.

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Il sistema dei soccorsi non era ancora la ‘macchina’ che poi è diventata. E proprio a San Giuliano, ha ricordato in occasione del decimo anniversario l’ex capo dipartimento della Protezione civile, si posero le basi per costruirla, quella ‘macchina’.

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L’Arma ha voluto dimostrare gratitudine ai suoi uomini che nelle ore drammatiche del 31 ottobre e 1 novembre 2002 portarono aiuto e il conforto che era possibile a chi era sepolto sotto le macerie e a chi aspettava sperando fino all’ultimo di riabbracciare il proprio bambino o la propria mamma. Con una cerimonia che si è svolta nel salone di rappresentanza della caserma Frate, il comandante della Legione Molise, il generale Vito Paparella, ha consegnato gli ‘attestati di riconoscenza’ da parte dell’Arma a otto militari, decorati di medaglia d’oro al valor civile, “per il coraggio dimostrato nel salvataggio di bambini e personale scolastico intrappolati sotto le macerie della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia, crollata a seguito del forte sisma del 31 ottobre 2002”. Si tratta dei marescialli Santo Torrisi, comandante della stazione di Colletorto, e Mario Nocera, addetto alla stazione di San Martino in Pensilis; dei vice brigadieri Matteo Colapietra, addetto al Norm della Compagnia di Larino, Domenico Di Carlo, addetto alla stazione di Petacciato, Luigi Iacovelli, addetto al Norm della Compagnia di Larino, Ernesto Martino, addetto alla stazione di Civitacampomarano, Giuseppe Nardelli, addetto al Norm della Compagnia di Larino, e dell’appuntato Antonio Marciello, addetto alla stazione di Colletorto.

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