Dopo l’annata 2913 con un sostanziale aumento dei quantitativi di produzione dei vini molisani, per il 2014 si registra una riduzione  del 22,5%, con la produzione di vini in Molise che passa dai 319.000 ettolitri a 247.000.

A denunciare questa situazione la Coldiretti Molise in base alle prime statistiche Ismea. Coldiretti Molise evidenzia peraltro la buona affermazione all’estero per le cantine molisane, che hanno nell’esportazione un valore rilevante dei propri bilanci.

“La varietà orografica del Molise – scrive Coldiretti – permette di rendere particolarmente diversificata la proposta dei vini molisani, anche se non ci sono grandi quantità. Il consumatore ha, quindi, la possibilità di una grossa varietà di scelta, rendendo piacevolmente imbarazzante l’ accoppiata con le pietanze tipiche del Molise. In Molise la produzione vitivinicola risale ai tempi in cui i Sanniti popolavano la zona. Questo popolo sembra che avesse imparato l’arte del vino dai Greci. Furono i Romani però a introdurre la coltivazione della vite su larga scala nei territori molisani. Grazie alle capacità imprenditoriali e tecniche delle cantine  molisane, oggi, tra i rossi, i vitigni più diffusi in Molise sono il Montepulciano e il Sangiovese, ma occupano un buono spazio anche Ciliegiolo, Aglianico, Cabernet Sauvignon e Merlot. Fra i bianchi spiccano invece il Trebbiano toscano, la Falanghina, la Garganeca, la Malvasia bianca di Candia e bianca lunga, il Bombino bianco, il Greco e il Moscato bianco. Il Molise vanta un particolare vitigno autoctono a bacca rossa, il Tintilia, un vitigno in grado di produrre un vino ad alta gradazione alcolica e dalla notevole intensità colorante eppure fresco, che è stato salvato dall’estinzione solo per la pervicacia dei viticoltori molisani”.

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