Parole dure quelle di Antonio Federico nei confronti del direttore regionale dei beni culturali Gino Famiglietti.

Il consigliere regionale del movimento cinque stelle ha convocato la stampa per denunciare quella che a suo dire è stata un’iniziativa poco trasparente, nonostante i buoni propositi dell’intero progetto.

L’oggetto della querelle è il bando pubblicato il 15 ottobre scorso dalla direzione dei beni culturali e relativo all’affidamento di spazi entro siti archeologici o di interesse culturale del territorio molisano per la durata di sei anni.

Ad aggiudicarsi la gestione è stata la “Me.mo, cantieri culturali”, associazione che vanta tra i propri componenti giovani professionisti, con esperienza.

I principali criteri da rispettare per i partecipanti prevedevano che si trattasse di associazioni nate entro il 30 settembre 2014, che avessero il 90% di soci sotto i 40 anni e il 60% di soci che avessero specializzazioni e collaborazioni passate con la direzione.

“E’ un concorso che ha tagliato fuori tutti gli altri – ha detto Federico – non critichiamo la Memo, ma la chiara volontà politica di affidare l’incarico solo a un soggetto, creando un sistema monopolistico.

Non è l’eventuale illegittimità del bando e nemmeno l’idea il punto che contestiamo, ma la mancata possibilità di partecipazione ad altri”.

Per i pentastellati il nome del vincitore era ben noto sin da prima del 16 novembre, giorno di apertura della busta dell’unico partecipante (ovvero la vincitrice Memo).

“Il 14 novembre avevo scritto in questa lettera il nome dell’aggiudicatario e poi si è rivelato tale”, ha concluso aprendo la busta davanti ai giornalisti.

Un’ora prima dell’incontro con i grillini i giornalisti avevano incontrato proprio Famiglietti, nel corso dell’incontro indetto per presentare le prossime iniziative e la giornata dell’archeologia del sette dicembre prossimo.

“Si rivolgano alla procura della Repubblica o al Tar – le sue parole – ho fatto un bando rispettando la legge.

Inoltre il canone della concessione rappresenta solo una parte, pari a 3,400 euro, che andrà migliorata e ogni sei mesi promuoveremo un’attività di monitoraggio.

Bisogna riscoprire il valore di essere molisani e della conoscenza delle proprie origini, è questo lo scopo di un progetto che per noi è una scommessa. Se questi siti riusciranno a produrre più di 17mila euro l’avremo vinta, anzi l’avrà vinta lo Stato”.

Un Commento

  1. Gianluca Di Lonardo scrive:

    “Bisogna riscoprire il valore di essere molisani e della conoscenza delle proprie origini, è questo lo scopo di un progetto che per noi è una scommessa. Se questi siti riusciranno a produrre più di 17mila euro l’avremo vinta, anzi l’avrà vinta lo Stato”.

    Se si parla di benefici dovuti ad una maggior conoscenza del patrimonio molisano poi non si può dire che un maggior ricavo è una vittoria.
    Seppur lontano dalle visioni dei cinquestelle mi pare ovvio che un concorso di questo tipo risulti falsato. In primo luogo perché riduce la concorrenza e soprattutto, cosa ben più grave, non favorisce la crescita.
    Se coloro che hanno cooperato in precedenza alla valorizzazione del patrimonio avessero mostrato una conoscenza tale da ottenere numeri incoraggianti non avremmo bisogno di fare un nuovo bando di assegnazione ma ci saremmo tenuti ben strette le loro competenze.
    La gestione del patrimonio archeologico molisano è fallimentare nonostante l’alto potenziale. Rimane il fatto che una regione priva di un assessorato al turismo difficilmente può riuscire a coordinare una valorizzazione del patrimonio in maniera coordinata, soprattutto se non si fa nulla per distaccarsi da una gestione “casereccia” spesso anacronistica.
    Non vi è un solo sito responsive, cioè fruibile da smartphone e tablet, se esiste una versione per pc non è aggiornata in tempo reale. Non esistono canali social aggiornati e soprattutto non interagiscono. Non esiste ovviamente una App con geolocalizzazioni ma cosa ben più grave nessun sito è in multilingue. Il 2015 sarà l’anno dell’Expo e non c’è un portale in inglese, tedesco, francese ma soprattutto russo e CINESE!
    Ma va tutto bene e la gestione interna è la soluzione giusta…
    Avanti così.

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