Stato di agitazione permanente del personale dell’ospedale e manifestazioni a difesa della sanità pubblica coinvolgendo i cittadini e le istituzioni: i comitati tornano a fare sul serio. Non ha soddisfatto la proposta di riordino della sanità presentata pochi giorni fa dal governatore-commissario ad acta Paolo di Laura Frattura e approvata dalla giunta regionale. “L’azienda ospedaliera – si legge nel provvedimento – prevede un unico presidio ospedaliero organizzato in tra stabilimenti ospedalieri, il ‘Cardarelli’ di Campobasso, il ‘Veneziale’ di Isernia e il San Timoteo di Termoli”.

Per il numero uno del comitato, il dottor Italo Testa, “non è chiara”. “Ci sono troppe ambiguità organizzative, comporterà un prevedibile aumento dei costi, non compensato da adeguate garanzie di miglioramento dell’efficacia dei servizi erogati e viziato da sospetti di nuovi progetti di integrazione con il privato”: è impietoso il giudizio emerso durante l’ultima assemblea congiunta dei Comitati in difesa della sanità pubblica, indetta dal ‘Pro Cardarelli’ nell’ultima assemblea generale che si è svolta nel presidio di contrada Tappino. In tanti non si sono voluti perdere l’appuntamento: medici, operatori, cittadini, esponenti di vari comitati (come il dottor Lucio Pastore del comitato ‘Veneziale bene comune’) e dell’Anaao e anche i rappresentanti del Movimento 5 Stelle Antonio Federico, Patrizia Manzo e Luca Praitano.

Il Comitato non ha nascosto la sua preoccupazione sul destino dei precari del personale non sanitario. “Sono destinati ad andare a casa. E non è una questione di difesa sindacale – ha spiegato Testa – perché questo ha un costo sociale ed economico, ma avrà una grave ricaduta sul funzionamento dei reparti. Mancando medici e personale pian piano nell’ospedale non si riesce più a lavorare”. Uno svuotamento di professionalità che, dunque, ha ripercussioni sulle prestazioni. E soprattutto “questo avvantaggia le strutture private, anche se non sono convenzionate”.

Un’altra delle criticità affrontate durante l’assemblea riguarda la mancanza di anestesisti. Chi ha potuto, infatti, ha sostenuto i concorsi in altre regioni e ha preferito lasciare il Molise. Eppure, ha aggiunto l’ex primario, “la Regione, pur essendo in piano di rientro, aveva la possibilità di fare i concorsi per mantenere i Lea (Livelli essenziali di assistenza). Perché non li ha fatti? Perché gli ospedali dovranno esaurirsi da sé?”.

L’assemblea, perciò, ha ribadito “l’assoluta necessità del rinnovo contrattuale del personale a tempo determinato (i precari), ai fini della regolare erogazione dei servizi essenziali all’utenza”.

Ma le criticità non sono finite qui. Sono stati contestati anche gli articoli della proposta di legge Frattura che regola i rapporti con l’Università e le nomine del personale docente: “Saremo cavie di altri che verranno qui ad imparare per poi andare fuori”, è stato detto durante l’assemblea. Né convince lo scioglimento dell’Asrem e la costituzione delle due aziende, territoriale e ospedaliera, che subentreranno: potrebbe favorire la duplicazione degli incarichi non consentendo di ridurre il debito.

“Alla fine – l’allarme lanciato durante l’assemblea generale – pagheranno sempre e solo i cittadini”.

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