Da ex insegnante ha ingaggiato una vera e propria battaglia per l’autorevolezza e contro l’autoritarismo, visto che con la Buona scuola, la principale istituzione del Paese, a suo dire, rischia di diventare un regime.

Roberto Ruta va dritto per la strada che porta alle modifiche della riforma del ministro Giannini, fortemente sponsorizzata da Renzi, che alla Camera ha già incassato l’ok della maggioranza e che si appresta ad approdare in Senato (qui, secondo Danilo Leva, anch’egli strenuo oppositore del disegno di legge, il premier porrà la fiducia).

Il senatore Ruta ha già depositato le sue istanze nella sede romana del Pd e oggi ha voluto illustrare alla stampa il nocciolo dei 20 emendamenti, originariamente erano 24, che verranno discussi il tre giugno dalla Commissione cultura, dopo il delicatissimo passaggio dell’assemblea dei senatori democratici.

<<In quella sede decideremo il da farsi, ma la determinazione di apportare queste modifiche è forte e non ci fermeremo.

La scuola non vuole assecondare l’idea di un uomo solo al comando>>, ha spiegato Ruta, riferendosi in particolare al contestatissimo ruolo che sarà del super dirigente: scelta dei docenti e assegnazione dei premi.

Su questo l’esponente Dem propone di seguire parametri ben precisi che guardino al curriculum degli insegnanti, quindi ai corsi di aggiornamento che hanno sostenuto, all’innovazione metodologica e tecnologica che hanno apportato, alla qualità del loro operato.

E allora per Ruta dovrebbe costituirsi una sorta di nucleo di valutazione composto da due docenti del collegio, due studenti e due genitori, oltre al preside.

Sarebbero loro a decidere anche a chi indirizzare quel quantum in più all’anno.

Ma il punto focale delle proposte del senatore molisano è quello delle assunzioni.

Saranno 100mila con la buona scuola, rientreranno cioè tutti i precari delle graduatorie a esaurimento, resteranno fuori però quei 50mila che hanno speso 2,500euro per abilitarsi con i Tfa, oppure coloro che sono negli elenchi di istituto.

<<Hanno pari dignità>>, ribadisce, quindi per loro ecco un piano pluriennale, con l’auspicio che gli anni possano essere tre, tempo utile a reperire posti, risorse e a garantire anche a quei 50mila una stabilizzazione sicura.

<<La scuola è la formazione sociale più importante dopo la famiglia e spesso si sostituisce ad essa. La riforma deve esaltare i valori costituzionali e la partecipazione di studenti e docenti>>, ha concluso, proponendo infine anche l’innalzamento dell’obbligo scolastico.

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