Si autodefiniscono ‘carovillesi indignati’ e in una missiva intervengono sulla vicenda che ha portato alla ribalta il loro paese dopo che il parroco ha fatto suonare a lutto le campane della chiesa parrocchiale per un’intera giornata in segno di protesta contro l’approvazione della legge sui diritti civili.

Si dicono “mortificati e allo stesso arrabbiati, perché nonostante tutto l’impegno dei cittadini per diffondere un’immagine positiva e reale del luogo in cui viviamo, ci si è fatti conoscere per un atto estremamente negativo. In queste ore è stato dato immenso risalto ad un’iniziativa personale di un singolo che non rispecchia affatto il pensiero della comunità”.

Di qui il gesto di adornare la fontana di Bacco nella piazza con nastri arcobaleno e l’affisione di manifesti recanti scritte come ‘#iomidissocio’, 0le campane a morto per i femminicidi consumati nella famiglie secondo natura’ o ancora ‘campane a morto per i bambini vittima dei pedofili’.

“La libertà di espressione è un diritto prezioso, quindi, lungi dal voler limitare la libera manifestazione delle idee del parroco – spiegano – ma vorremmo far capire che utilizzare mezzi della comunità che di solito annunciano eventi tragici per esprimere opinioni personali non è né giusto né tantomeno lecito. È stato offensivo dover sentire il rintocco di quelle campane per ‘comunicare la morte del matrimonio’, le stesse che negli anni hanno tristemente accompagnato i dolori incancellabili delle famiglie carovillesi segnate da reali lutti”.

Domani (15 maggio) così ci sarà in piazza Municipio alle 12.30 un meeting di persone per riempire il centro di gioia e di colori e manifestare la grande soddisfazione derivante dall’approvazione di una legge che sancisce, finalmente, diritti fondamentali per l’essere umano.

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