Un forte spunto di riflessione. Lo sollecita – in merito al sisma che ha colpito l’Italia centrale – il consigliere regionale Michele Petraroia.

L’esponente di centrosinistra sottolinea l’aspetto del volontariato (“diverse associazioni molisane – spiega – sono già in allerta per rendersi utili in un’azione coordinata tesa ad assicurare la presenza sul posto con le strutture comunali della Protezione Civile che saranno coinvolte, a veicolare la donazione del sangue, a raccogliere gli aiuti necessari e a verificare ogni altra e diversa modalità di soccorso in una zona colpita che presenta difficoltà aggiuntive per la conformazione orografica e sociale. La rete del volontariato molisano è pronta a fare la propria parte con la generosità di sempre e la concretezza che serve in queste ore”).

Ma non può fare a meno di porsi delle domande. “È stato amaro vedere stamane – argomenta – in diretta televisiva a sei ore dal sisma che la gente scavava a mani nude nel mentre scorrevano i sottotitoli sul possibile arrivo dei genieri dell’Esercito. Perché si persiste sempre negli stessi errori, se si dispone di personale esperto e di mezzi specializzati, non dovrebbe essere automatico far scattare il loro intervento un minuto dopo che i sismografi hanno fatto registrare una scossa di 6.2 della scala Richter? I cittadini di una comunità possono essere addestrati, possono disporre di mezzi ordinari, ma non saranno mai in possesso di attrezzature e automezzi speciali per agire con rapidità ed efficacia nell’estrarre vivi da sotto le macerie chi vi è rimasto sepolto. Possibile che San Giuliano non abbia insegnato niente?”.

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