Quando il buio ha inghiottito Accumoli, Amatrice e Arquata, Pia Antignani era vicino Roma. Ha avvertito il terremoto, così è stato impossibile non tornare ai momenti terribili del 2002. “A quel giorno maledetto”. Aveva dieci anni quando la sua scuola crollò durante il terremoto di San Giuliano di Puglia. Lei prigioniera per ore insieme ai tanti piccoli compagni, tutti sepolti dalle macerie. Pia Antignani è una sopravvissuta. E a questa fortuna immensa, che però significa che da bambina ha conosciuto l’inferno, ha voluto dare un senso.

A Skytg24, nello speciale che il canale all news sta dedicando al terremoto del Centro Italia, ha raccontato quei momenti. Soprattutto ha testimoniato quanto sia fondamentale investire sulla prevenzione. Lo ribadisce a Primo Piano Molise. “Il mio messaggio – aggiunge -, più che incentrato sui miei ricordi di quelle ore che purtroppo sono i ricordi che avranno anche le persone che sono sopravvissute nei luoghi del Centro Italia colpiti dal terremoto del 26 agosto, vorrei che fosse questo: si riuscirà ad avere la forza di ricominciare una vita”.

Aveva solo 10 anni nel 2002. Le ore sotto le macerie le trascorse in stato di shock, non capiva cosa le stesse accadendo. “Solo negli anni successivi, anche grazie ai miei studi di geologia, mi sono avvicinata al fenomeno che mi colpì tanti anni fa e sono riuscita a comprenderlo pienamente e a non averne più paura”, ha spiegato in collegamento dal Molise con lo studio di Sky. Un modo per combattere il panico, la scelta del percorso universitario, si laureerà appunto in geologia. “Ho voluto dare un senso al mio essere sopravvissuta e mi sono avvicinata alla geologia che sicuramente è stato un modo per trasformare il dolore e la rabbia che ho vissuto sotto le macerie affinché quello che ho vissuto non sia vano”, le parole di Pia. Perché il dolore “deve essere uno spunto per migliorarsi”.

Ha studiato il terremoto, lo ha esorcizzato. “È un fenomeno naturalissimo. Certo non il più gradevole ma non bisogna averne paura. Se si desse maggiore importanza anche all’informazione scientifica, così da acquisire un conoscenza ambientale, ci sarebbe un approccio diverso, si riuscirebbe a reagire diversamente”. Il valore della testimonianza di chi si salva da disastri così violenti è quello di un monito. Dare importanza alla prevenzione, per Pia Antignani, è una priorità. La stessa importanza che si dà ai soccorsi e alla macchina dell’assistenza dopo le calamità naturali. Prevenzione, dunque, e rispetto delle regole. La Jovine crollò per colpe dell’uomo, come ha accertato il processo penale. Il giornalista di Sky lo ha riassunto dallo studio durante l’intervista insieme ai numeri dei fondi utilizzati per ricostruire le zone del Molise colpite dal sisma: 1,5 miliardi. “Nel caso di San Giuliano di Puglia ci fu una sopraelevazione che non rispettava le norme e quindi la tragedia non è imputabile al sisma ma a tutt’altra natura”, la conferma di Pia Antignani. Era stato l’uomo a non rispettare le norme sulle costruzioni. E questo è costato vite umane – 27 bimbi e una maestra – , un bilancio inaccettabile. Ma è costato anche economicamente. “Il dispendio è sicuramente maggiore – la sintesi della ragazza – rispetto a quanto si spenderebbe se si desse importanza alla prevenzione sismica, ciò su cui i geologi stanno lottando in questi anni per creare una coscienza ambientale”.

La sfida più grande, si chiude invece così la chiacchierata con Primo Piano, è ricostruire una coscienza in generale, come uomini e come comunità: “Assistiamo alla fine sempre le stesse scene. Che un edificio sia antisismico non vuol dire che non subisca danni e lesioni. Ma di certo non collassa come avvenuto ad Amatrice. A San Giuliano, poi, non erano state proprio rispettate le regole. Il problema è che il mondo è affetto da un brutto male, siamo accecati dai soldi, dai beni materiali, dal guadagno. E si è perso il rispetto per la vita umana. Se non avviene un cambiamento vero – fra i politici, le istituzioni, ma anche i tecnici che progettano e costruiscono – continueremo a vedere le stesse scene. Perché, per quanto sia brutto dirlo, bisogna vivere nella consapevolezza che un altro terremoto ci sarà. Bisogna però essere preparati”.

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