Anche il comitato ‘Possibile-Lab l’Isola che c’è’ da sentire la propria voce sul ritorno sui banchi.

“Un altro anno scolastico in Molise – si legge in una nota – inizia tra l’entusiasmo, l’emozione delle prime volte unite alla consapevolezza di un’altra tappa importante nella vita dei bimbi, dei ragazzi, delle loro famiglie e degli insegnanti, ruolo sempre più importante e delicato che li qualifica come educatori veri in una società sempre più globalizzata e in continua evoluzione, dei dirigenti e del personale ausiliario. Noi del comitato ‘Possibile-Lab l’Isola che c’è’ di Campobasso rivolgiamo a tutti loro i migliori auguri per un anno scolastico proficuo e ricco di soddisfazioni e vogliamo unirci al pensiero del presidente della Regione, Paolo Frattura, che auspica un ritorno alla vita normale proprio in concomitanza con il ritorno tra i banchi di scuola per le comunità del centro Italia colpite dal terremoto dello scorso 24 agosto. Allo stesso tempo, pur condividendo l’appello del presidente Frattura sull’impegno “a completare gli adempimenti strutturali necessari” in materia di edilizia scolastica attraverso “il polo scolastico intercomunale, nuovi insediamenti a norma, piccoli campus funzionali e completi a beneficio di più comunità” chiediamo se, in qualità di assessore all’Istruzione, ritenga opportuno nominare un assessore o un’altra figura con questa delega specifica, ma soprattutto che metta in campo delle azioni vere di coordinamento tra i vari Comuni e le amministrazioni locali e si faccia garante del rispetto delle linee-guida del piano di dimensionamento scolastico. Linee-guida non sempre seguite come si dimostra, solo per fare un esempio, con il doppio Liceo Linguistico a Campobasso in capo al “Galanti” (riconosciuto dal ministero all’Istruzione) e al “Pertini” (istituito dall’Ufficio Scolastico Regionale ai sensi del Piano di Dimensionamento per il triennio 2014/2016 approvato con delibera 251/2013 del Consiglio regionale) nel raggio di meno di un chilometro di distanza con una popolazione scolastica dai numeri sempre più risicati che non giustifica razionalmente una scelta del genere se non per interessi personali e di parte che nulla hanno a che vedere con il miglioramento dell’offerta formativa che si realizza, invece, con la collocazione ottimale delle risorse su un territorio che di tutto ha bisogno, ma non certo di ulteriori costi da scaricare sulle spalle dei cittadini”.

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