L’ultimo tentato furto la notte tra sabato e domenica al supermarket Oasi di via Insorti d’Ungheria. I ladri hanno provato a forzare una delle serrande dell’entrata principale. Poi hanno desistito, forse perché messi in fuga dall’allarme dell’attività commerciale.
Ma quella appena conclusa è stata una settimana funestata dagli atti criminali avvenuti nella città capoluogo. Una rapina (all’oreficeria Sprovieri) e due furti nelle scuole – l’ultimo nella notte tra venerdì e sabato all’istituto “Marconi” -, gli eventi che hanno maggiormente scosso l’opinione pubblica.
La presenza delle forze dell’ordine a Campobasso è costante. Non è raro, soprattutto nelle ore notturne, imbattersi in posti di blocco di Polizia, Carabinieri o Guardia di Finanza, così come non è difficile incrociare per le vie del centro, come in periferia, pattuglie in perlustrazione.
Da queste colonne più volte il questore di Campobasso ha lanciato segnali incoraggianti, assicurando il massimo impegno dei suoi agenti e di tutte le forze di Polizia, nonostante la ormai cronica carenza di organico. Lo stesso Raffaele Pagano ha spesso ribadito quanto necessario sarebbe un sistema di videosorveglianza che, oltre a fungere da deterrente, consentirebbe celerità nelle indagini.
Con tanto di conferenza stampa annunciata in pompa magna e presieduta dal governatore Frattura, dal presidente del Consiglio regionale Cotugno e dal consigliere Cristiano Di Pietro, il 24 giugno 2016 fu illustrato alla stampa il progetto Patto per la sicurezza. Al secondo piano di Palazzo Vitale anche i responsabili della Siemens, la società che si è aggiudicata la gara, e i sindaci dei Comuni interessati.
Le parole pronunciate circa un anno fa oggi hanno il sapore della beffa. «Con la collaborazione delle prefetture e delle questure – disse il governatore – si punterà alla sicurezza intesa come prevenzione e sulla volontà di conservare le bellezze e il benessere della regione».
«Saranno stanziate altre risorse per il patto della sicurezza», affermò Cotugno.
«417 telecamere – fu detto – che monitoreranno le porte delle città, altre 100 con una tecnologia avanzata che permetterà di effettuare la lettura targhe dei veicoli in transito nei punti sensibili, 2,5 milioni di fondi regionali e altri denari messi a disposizione dal Viminale. Tutto ciò farà del Molise una regione pilota in ambito di sicurezza e lotta al terrorismo».
Per i sindaci parlò Antonio Battista: «È un segnale di forte vicinanza delle istituzioni nei confronti dei cittadini».
Dopo l’incontro con i giornalisti, la firma del contratto. Regione Molise e Siemens – riferì Primo Piano Molise sull’edizione del 25 giugno scorso – mettono nero su bianco. Sanciscono l’inizio di un percorso innovativo che vede il Molise regione pilota di una progetto unico al mondo. «È il primo progetto italiano che si rivolge ad una regione intera – le parole di Gianni Di Battista di Siemens Italia -, sapremo onorare la sfida e ripagare la fiducia che ci è stata concessa. La parola d’ordine della nostra azienda è innovazione tecnologica e questo progetto va proprio in quella direzione».
Sarebbe assai riduttivo limitare alla conferenza del 24 giungo il ragionamento del Patto per la sicurezza. Del progetto si parla da anni, ma i fatti, come sovente avviene quando protagonista è la politica, stanno a zero. Anzi, da quanto si apprende, anche qualche punto sotto lo zero.
Una versione, quella fornita dalla Regione, addebita le responsabilità dei ritardi alla burocrazia. Probabile che sia così.
Ci sarebbe poi tutto un ragionamento pratico nel corso del quale sarebbero emerse forti criticità, alcune difficilmente superabili. Criticità, sembra di capire, sottovalutare in fase progettuale (pare, ad esempio, che in alcuni casi le frequenze da utilizzare per il trasferimento dei dati alla sala operativa sarebbero già impegnate). A quanto pare, poi, la fornitura delle telecamere sarebbe stata variata in corso d’opera. Non è chiaro se quelle attualmente previste siano in grado, come annunciato da Cotugno e Di Pietro, di ‘leggere’ i numeri di targa. Differenze anche sui quantitativi divisi per città. Campobasso, ad esempio, era inizialmente destinataria di più di 100 telecamere, oggi pare non sia più così. E, riferiscono fonti interne all’amministrazione, la ‘decurtazione’ sarebbe stata eseguita senza tener conto delle effettive esigenze delle forze dell’ordine. Insomma, la scelta su dove installare gli impianti sarebbe avvenuta più sulla base di ragionamenti politici e non di esigenze reali.
In definitiva nulla di nuovo. Se non le solite promesse puntualmente disattese. Questa volta a vantaggio della delinquenza. E a pagarne le conseguenze è il povero cittadino. Quello onesto, quello che paga le tasse, quello che suo malgrado crede ancora nello Stato.

2 Commenti

  1. Michele Rocco scrive:

    Dobbiamo prendere coscienza, tutti, che anche in Molise possono avvenire furti. L’idea dell’isola felice fa sì che non siamo preparati e non ci prepariamo a questi eventi. E i ladri sono ben consapevoli di questa situazione. Più furti ripetuti nelle scuole devono far riflettere. Non possiamo pensare di lasciare le scuole vulnerabili come quando al loro interno c’erano solo banche e libri (che non interessavano nessuno). La videosorveglianza è solo uno dei deterrenti. Deve essere responsabilità di tutti, come dicevo, l’attenzione verso il problema e ciascuno, nel proprio ruolo (ed anche oltre) deve attivarsi, anche chiudendo semplicemente una finestra! E chi deve sedersi intorno ad un tavolo per valutare il da farsi, lo faccia! E’ strano che non sia stata messa a punto una strategia d’azione. E se c’è, non è efficace, visto che la modalità dei furti è ricorrente (almeno quelli delle scuole).

  2. Cittadini si nasce scrive:

    Siamo stati gabbati ancora una volta dalla presente amministrazione regionale, in particolare da Cristiano Di Pietro, che ha sbandierato ai quattro venti quella che sarebbe stata una grande prova di civiltà per la nostra regione, nonché un parziale avvicinamento a realtà più normali della nostra sotto il profilo della sicurezza e della prevenzione di atti vandalici, di cui Campobasso in particolare è costellata. Non si sa più che cosa pensare, quali interrogativi porsi, perché la supponenza e l’aria di sfida che taluni hanno nei confronti dei nulla di fatto che gli vengono continuamente presentati davanti, sono un elemento disarmante. Chiudiamo la regione a doppia mandata e gettiamo la chiave!

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