La Cgil Funzione pubblica ha chiesto al prefetto di Campobasso di riaprire il tavolo di confronto con Regione e parlamentari per trovare una «soluzione immediata e urgente alla vertenza dei precari» dell’Arpc.
Sono stati i tecnici che hanno lavorato alla ricostruzione e poi sono stati selezionati con il famigerato concorsone dell’Agenzia a farsi sentire qualche giorno fa con una lettera alla ministra Madia perché l’Agenzia per la ricostruzione post sisma – subentrata all’Arpc che è stata invece soppressa – ha avviato una nuova selezione pubblica, ormai imminente.
Decisione, dice il sindacato, «maturata senza il consenso della Fp Cgil Molise, che avrà come unica conseguenza quella di creare nuove illusioni e ulteriore precarietà in un territorio soggetto a una crisi allarmante e con un esercito di precari e disoccupati senza futuro» e che produrrà «ulteriore aggravio di spese a carico dei cittadini, con l’obiettivo di sostituire personale qualificato e già selezionato mediante concorso, con altro personale precario per portare a termine le attività di ricostruzione post sisma in Molise».
Al presidente della Regione la segreteria della Fp Cgil chiede se «è a conoscenza del fatto che tra gli oltre 200 professionisti che negli anni hanno prestato la loro attività all’interno della soppressa Agenzia di Protezione civile, si contano decine di lavoratori ai quali, senza una valida ragione, è stato addirittura impedito di svolgere i 36 mesi di impiego garantiti dal concorso svolto nel 2012» e se considera che «simili decisioni scateneranno solo inutili guerre tra poveri e ulteriore rabbia sociale» che avrà come unica via di sfogo l’accentuarsi di un odio generalizzato nei confronti della politica».

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