Come sempre tanta commozione. Molta emozione. La tristezza, e lui della tristezza aveva scritto, per una persona speciale che non c’è più si toccava con mano. Ma anche lo spirito inquieto e indomito di Gianni Falcione ha fatto compagnia ai tanti che come ogni anno hanno voluto ricordarlo al Teatro Savoia.
Una serata molto particolare, che si è arricchita di una performance d’eccezione. Paola Saracini, sand artist, ha disegnato con la sabbia il volto del giudice giusto, scomparso a soli 51 anni a pochi giorni dal Natale 2014. Il volto sorridente di Gianni Falcione ha fatto da sfondo all’intera serata, allo spettacolo ‘ha partecipato’ anche lui.
Un appuntamento fisso, quello intitolato ‘Il mio progetto è la vita’. Voluto dalla famiglia del magistrato. La sorella Lina soprattutto, insieme al marito Domenico e ai loro più cari amici, amici anche di Gianni Falciosecondo classificato -Fratianni Virginione, ha voluto questo evento come testimonianza di vita: così, attraverso il suo esempio e quei valori in cui ha creduto e che ha concretizzato ogni giorno, il viaggio del fratello continua.
Voce narrante, quella di Aldo Gioia. Magistrato, docente universitario, appassionato di body building. Rispettato da tutti, Gianni Falcione, anche e forse di più da coloro che per professione ha giudicato. Un ricordo toccante è stato quello di Francesco Palumbo, oncologo della Cattolica che lo ha seguito. Un contributo che pubblichiamo in pagina integralmente. Poi Lina Falcione, non senza emozione, ha illustrato il traguardo raggiunto con l’istituzione di una borsa di studio per gli studenti meritevoli. «Non è stato un percorso facile – ha detto -, ma oggi l’Associazione Culturale Gianni Falcione è una realtà, una associazione senza fini di lucro alla quale si continuerà a dare linfa vitale».terza classificata - Rotundo Mariagiovanna
La novità è stata proprio questa, l’associazione culturale che porta il nome del magistrato e che nel logo ha una frase tratta da una riflessione sulla vita che lui aveva scritto – «Voglio vederla danzare nel vento» – ed una vela spiegata, appunto, al vento. Era il suo atteggiamento verso la vita: non lasciarsi trasportare dalle circostanze, ma «usare sapientemente la forza dei venti cercando addirittura di “danzare” con loro, di assecondarli in qualche momento, per poter poi raggiungere la meta desiderata», ha spiegato l’attore Aldo Gioia.
Dieci i soci fondatori dell’associazione nata come ‘strumento’ per chi vuole costruire qualcosa seguendo gli ideali di Gianni Falcione: la borsa di studio a chi merita di più ma promuoverà anche convegni, rassegne, mostre, seminari.
Il premio – una borsa di studio da 1.000 euro – è stato assegnato allo studente del quinto anno delle superiori che si è distinto del triennio. Prima di consegnarlo, Lina Falcione ha ringraziato i dirigenti dell’Ufficio scolastico regionale e di quello provinciale e i presidi delle scuole che hanno accolto e condiviso l’iniziativa. Tante segnalazioni che, ha sottolineato la sorella del magistrato, rappresentano «una conferma dell’eccellenza della nostra realtà scolastica, tutte meritevoli di encomio».
Oltre al vincitore,primo classificato - Cristofer Villani due le menzioni e le targhe ricordo al secondo e al terzo classificato. O meglio, la terza classificata: si tratta di Mariagiovanna Rotundo, che ha ritirato l’omaggio accompagnata da Adelaide Villa, dirigente dell’Istituto Tecnico Industriale per il Settore Tecnologico ‘G. Ma
rconi’ di Campobasso. Al secondo posto, Virginio Fratianni, con lui sul palco la dirigente del Liceo Scientifico ‘Romita’ Anna Gloria Carlini.
Il vincitore del premio ‘Gianni Falcione’ è Cristofer Villani, accompagnato a ritirarlo da Antonio Venditti, preside dell’Iis Liceo Classico ‘Pagano’ di Campobasso.
Poi spazio alle note del quintetto ‘Storie in tango’, la musica di Astor Piazzolla e gli scritti di Gianni Falcione. Il momento più commovente: l’esecuzione di Oblivion con le parole del magistrato sulla tristezza. r.i.

 

 

Onesto, sorridente e inquieto: tre immagini per raccontare Gianni
Vorrei ricordare Gianni attraverso tre immagini.
La prima, quella del magistrato onesto e scrupoloso. Penso a che responsabilità ha l’amministrazione della giustizia in una società ormai corrotta, irriconoscibile, che vuole la paura, la condanna. Penso a lui, un giudice onesto, severo, ma con un animo buono, misericordioso.
L’uomo non ha solo bisogno di giustizia, se si perdona tutto allora la giustizia che ci sta a fare. Ma questa sua sensibilità, il riconoscere che il valore della persona è sempre più grande dell’errore che ha commesso, è sicuramente la giustizia più grande, che non la cancella, non l’abolisce, non la corrompe… va oltre. Questa bontà misericordiosa della giustizia è degli uomini onesti, umili e virtuosi. Sei riuscito a volare alto anche vestendo la toga del magistrato, famosa per essere saldamente ancorata, quasi cementata nel freddo tecnicismo dei suoi mille codici.
Ricordo il famoso caso nazionale del mostro del Circeo. Un uomo incallito nel male che si ritrova ad un certo punto della sua vita ad essere affascinato e quasi ossessionato positivamente dalla figura carismatica del giudice che doveva giudicarlo. Sei stato in grado di percepire il senso dell’oltre… che ha fatto di te un uomo risolto, un uomo giusto, un uomo felice.
1.paola saraciniLa seconda immagine è proprio quella dell’uomo felice, sorridente. Tutti quelli che l’hanno conosciuto ricordano il sorriso buono di Gianni, riflesso di quella felicità interiore delle persone risolte. La felicità è il grande segreto dell’esistenza, è l’elemento costitutivo dell’esistenza stessa.
Chi, come lui, ha saputo soffrire senza perdere la gioia per la vita è una persona che ha saputo cogliere il senso dell’esistenza. Ha affrontato, lottando per tanti anni, una malattia difficilissima come il cancro, ha scelto di curarsi nella sua città, pur avendo i mezzi per andare altrove, valorizzando una delle eccellenze che con impegno e fatica operano, insieme alle altre, in questo territorio.
Ricordo quando mi dicesti: «… che bello sentirsi a casa quando si viene curati». Non ho mai visto una persona cosi innamorata della vita … fino alle ultime ore della sua esistenza. L’abbiamo percepito tutti… ci ha sorpreso, colpito, inquietato!
La terza immagine, l’ultima, che riassume e forse contiene tutte le altre è quella dell’uomo inquieto.
L’inquietudine è un motore, una domanda continua, una ricerca, un’insofferenza positiva, un non volersi arrendere di fronte a ciò che sembra un limite, una sconfitta, una fine. L’inquietudine del malato che ad un certo punto si ritrova ad interrogarsi sul ‘grande mistero della vita’, che più ci si sforza di capire meno lo si comprende, perché la vita va avanti comunque, misteriosamente, e resiste a tutto perché «se la vita fosse solo quello che capiamo noi sarebbe finita da tanto, tanto tempo».
La sua inquietudine di malato ha ispirato i medici che lo hanno curato ed i vertici della Fondazione Giovanni Paolo II nell’istituire un premio che porta il suo nome e che vuole rappresentare uno sprone a far progredire la ricerca. Ringrazio il preside della facoltà, il prof Rocco Bellantone, ed il nostro direttore di sede Mario Zappia per aver creduto e per sostenere questa iniziativa.
«Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, fino a che arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa». Questo il senso della ricerca ed a questi «sprovveduti», come li chiama Albert Einstein, che va il nostro premio.
Francesco Palumbo, oncologo Fondazione Giovanni Paolo II

 

Il premio voluto dalla Cattolica intitolato a lui
IMG_9285Il premio intitolato a Gianni Falcione è giunto alla sua terza edizione.
Nel 2015 è stato consegnato a Domenico Salvatore, professore di Endocrinologia all’Università di Napoli e stimato ricercatore.
Nel 2016 al prof Francesco Corcione, presidente della società italiana di Chirurgia, pioniere e massimo esperto di chirurgia laparoscopia in ambito nazionale ed internazionale.
Quest’anno sarà assegnato nel corso del congresso del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari dal titolo ‘Mitral and Tricuspid valve the reality and the future: a day with the Experts’, che si terrà il 17 giugno 2017 alla Fondazione Giovanni Paolo II. Il riconoscimento sarà consegnato alla prof
Silvia Priori, cardiologa molecolare e direttrice scientifica della Fondazione Maugeri. L’osservatorio nazionale sulla salute della donna l’ha scelta fra le ‘Top italian women scientists 2016’.

 

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