Si chiama Aspo (da non confondere col più famoso Daspo) e misura l’incide di apertura del sistema politico delle regioni italiane in base alla partecipazione elettorale e politica dei cittadini, la presenza delle donne e dei giovani negli enti locali. Lo ha misurato l’istituto Demoskopika.
Valle D’Aosta, Basilicata e Trentino Alto Adige sono le regioni più virtuose, mentre Liguria, Campania e Piemonte sono quelle più chiuse.
Sono i lombardi i cittadini che partecipano di più al voto (la media è del 76,8%, dieci in più rispetto a quella nazionale). I molisani sono staccati pur se non in coda: 67,9%. Ultimi i calabresi (53,9%).
Comizi, cortei, dibattiti o anche la militanza vera e propria, aiutare finanziariamente un partito o un movimento: quanto appassiona da questo punto di vista la politica? Qui i più appassionati sono i lucani (9,4%), seguiti dagli abruzzesi con il 7,7%. I molisani pure in questo caso sono a metà (5,6%), ultimi i piemontesi con il 4,6%.
L’Italia non è un Paese per donne, conferma Demoskopika: su un totale di 125.570 amministratori regionali e comunali si contano appena 37.864 donne nelle istituzioni locali (circa il 30%). Il titolo di regione ‘più rosa’ va all’Emilia Romagna con una quota del 37% di amministratrici presenti nel sistema della rappresentanza locale: ben 2.217 le rappresentanti in Regione e nei Comuni a fronte di 3.774 colleghi. Sul versante opposto, la Calabria ha il sistema politico più chiuso alla partecipazione femminile: 1.267 le amministratrici, appena il 23,9% sul totale di 5.295 rappresentanti. Al di sotto della media italiana si collocano altre nove regioni, tra cui il Molise con il 24,7% e l’Abruzzo con il 25,9%, il Lazio con il 26,1%, la Basilicata con il 26,3%, la Puglia con il 27,5%, il Trentino Alto Adige con il 28,1%, il Piemonte con il 29,6% e la Liguria con il 29,7%.
Le regioni più virtuose in tema di parità di genere, invece, sono la Valle d’Aosta con il 35,2%, la Toscana con il 34,7%, il Friuli Venezia Giulia con il 34,3% e la Lombardia con il 32,3%. Seguono l’Umbria con il 30,4%, le Marche con il 30,7%, la Sicilia con il 31,2%, il Veneto con il 31,8% e la Sardegna con il 31,9%.
Sono, invece, 3 su 10 (circa 39mila) i politici under 40 negli enti locali. La regione ‘più giovane’ d’Italia è la Calabria con un’incidenza del 37,5% di amministratori junior, 1.979 su 5.295, a fronte di una media nazionale del 31,8%. Al secondo posto si colloca il Molise con una presenza giovanile all’interno delle amministrazioni regionali e comunali pari al 36,8% del totale.

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