Il Molise resta la regione con la più alta percentuale di obesi (14,1%). I suoi abitanti fumano più della media nazionale (il 21,1%, a livello nazionale il 19,6) e, in controtendenza, la cattiva abitudine aumenta del 2,9% rispetto all’anno precedente. Il tasso di fecondità rimane al di sotto della media (1,16 figli per donna contro 1,37). Complice anche la ridotta consistenza demografica, pure la spesa sanitaria pro capite si conferma elevata: 2.069 (la media è 1.838).
Il Rapporto Osservasalute 2016, realizzato dalla Cattolica e presentato ieri al Policlinico Gemelli, fotografa un «popolo di malati cronici». Patologie, queste, in aumento per l’invecchiamento della popolazione, riguardano quasi quattro italiani su dieci, pari a circa 23,6 milioni di persone. Ai malati cronici è destinata gran parte delle ricette per farmaci, e sono loro che affollano più spesso le sale d’attesa degli studi dei medici di famiglia. Italiani sempre più malati cronici, sempre più vecchi, e con una prevenzione (programmi di screening, vaccinazioni) che segna il passo. Conclusione: è a rischio la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale.
Cresce poi il divario territoriale Nord-Sud relativamente alle condizioni di salute e alle aspettative di vita. La ministra Lorenzin ha chiesto alle Regioni del Meridione uno sforzo comune e corale di responsabilità. Secondo il Rapporto nella provincia di Trento l’aspettativa media di vita è di 83 anni e mezzo (81,2 per gli uomini e 85,8 per le donne), mentre un cittadino che risiede in Campania ha un’aspettativa di vita di soli 80 anni e mezzo (78,3 per gli uomini e 82,8 per le donne). In Molise, la speranza di vita è pari a 79,6 anni per gli uomini e a 84,8 per le donne.
Il Mezzogiorno resta indietro anche sul fronte della riduzione della mortalità; negli ultimi 15 anni è scesa in tutto il Paese, ma tale riduzione, soprattutto per gli uomini, non ha interessato tutte le regioni: è stata del 27% al Nord, del 22% al Centro e del 20% al Sud ed Isole. In Molise invece il dato è «in netta diminuzione».
La prevenzione è una delle criticità per il Molise. Lo si vede dagli obesi, dalla percentuale di persone in sovrappeso (38,6%) dai fumatori e anche dai numeri sulla copertura vaccinale nella popolazione over 65: nella stagione 2015-2016 è pari al 43,8% (49,9 di media nazionale). Negli ultimi 15 anni, una diminuzione del 6,2%. Il disavanzo sanitario nazionale appare in aumento e ammonta a un miliardo e 202 milioni di euro nel 2015. Nel 2014 era di circa 864 milioni, in netta diminuzione rispetto al 2013 (1,744 miliardi di euro). Per la prima volta dal 2005, il disavanzo risulta superiore a quello dell’esercizio precedente (928 milioni di euro nel 2014). Ciò per effetto di un leggero incremento dei costi (+0,3%), quasi interamente imputabile ai prodotti farmaceutici (farmaci erogati nel corso dei ricoveri ospedalieri, nonché distribuzione diretta e per conto), a fronte di un finanziamento effettivo sostanzialmente immutato. Si continua a ridurre invece la spesa per il personale sanitario. L’incidenza sulla spesa sanitaria totale si è ridotta di 0,8 punti percentuali tra il 2013-2014, passando dal 32,2% al 31,4%. Il contenimento della spesa si è registrato, prevalentemente, nelle regioni sottoposte a piano di rientro (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia). In questo gruppo di regioni, tuttavia, la situazione non è omogenea. Infatti, tre regioni (Lazio, Campania e Molise) presentano nel biennio di riferimento valori inferiori al dato nazionale, mentre altre tre (Abruzzo, Calabria e Sicilia) presentano valori costantemente superiori al valore Italia.

Un Commento

  1. Angelo Iannaccio scrive:

    Ma tanto,

    lavoro non c’è, la situazione è sempre più critica…..almeno fumiamo e mangiamo.

    Così magari poi qualche concorso nel Settore SANITA’ lo riescono a fare !

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