Dopo la pattuglia dei deputati di area cattolica, contro il biotestamento sono scesi in campo anche i parroci. Con una protesta clamorosa che è partita dal Molise. La rumorosa opposizione è andata in scena, infatti, nelle chiese di Carovilli e Pietrabbondante, in provincia di Isernia, Castropignano, Duronia e Salcito, in provincia di Campobasso. A Pietrabbondante è stato affisso anche un necrologio che recita: «Le campane suonano a morto perché la Vita è vittima della morte dall’aborto all’eutanasia delle Dat. Con queste l’Italia ha scelto di far morire, non di far vivere. Prosit».
Più cauto – subito dopo la divulgazione delle reazioni di una fetta di società – il commento della ministra della Salute (di area cattolica) Beatrice Lorenzin che ha definito al legge sul biotestamento «sicuramente una norma importante e molto complessa perché riguarda aspetti delicati della vita della persona» ma ha sottolineato anche come «siano rimasti in sospeso alcuni elementi, a partire dal registro delle disposizioni anticipate di trattamento» che spera possano essere ripresi dal Senato.
Il cuore della proposta di legge approvata dalla Camera disciplina la fase terminale del malato. In sostanza gli restituisce la possibilità di disporre secondo le proprie intenzioni del suo «fine-vita».
Oltre a disciplinare il consenso informato, prevede ora che il paziente possa rifiutare l’idratazione e la nutrizione artificiali, equiparandoli a normali trattamenti sanitari. Non un abbandono del malato alla morte, quanto piuttosto un accompagnamento a una conclusione serena dell’esistenza senza dolore (grazie al diritto alle cure palliative). Nel riconoscimento del «fine-vita» del paziente, si introduce la cosiddetta «sedazione palliativa profonda, in associazione con la terapia del dolore». Si intende evitare, poi, un accanimento terapeutico nei confronti del malato: nessuna «ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure», ma piena libertà di scelta al paziente, anche prima della malattia.
«Dopo anni di attesa – risponde un giovane lavoratore di Campobasso – finalmente ai cittadini viene riconosciuto il diritto a poter scegliere del proprio corpo e della propria persona. Per quanto mi riguarda penso che sia un grande passo avanti che consente all’Italia di mettersi al passo con altri Paesi dove questa scelta esiste già e dove purtroppo molti incappati in un destino inesorabile hanno scelto di abbandonare la propria esistenza».
«Finalmente un assoluto atto di civiltà – dice la signora Luisa –, ho visto molti documentari sull’eutanasia, sulla fase terminale della vita di un individuo costretto a sofferenze inenarrabili rispetto alle quali la medicina fino ad oggi doveva aspettare in silenzio perché al paziente non era consentito di porre fine a tanto dolore. Oggi si va verso una nuova direzione. Io sono per la libertà assoluta e dunque sono per la libertà di scelta di una persona rispetto alla propria vita. Non può decidere lo Stato ma soltanto il cuore e la coscienza di chi soffre, di chi sa che la vita lo sta abbandonando e non è umano permettere che questa vita ci lasci in mezzo a tanta sofferenza».
«La parola adesso passa al Senato – replica invece Antonio che sul biotestamento ha letto e seguito i lavori della Camera – e Palazzo Madama potrebbe scrivere una pagina storica di civiltà per l’Italia. Credetemi, lasciare che una persona soffra sapendo che la vita da lì a breve l’abbandonerà è qualcosa di terrificante, tremendo. Sapere che quelle sofferenze possono essere alleggerite consentendo ad una persona di morire (perché tanto non c’è altro da fare) anche con una serenità terrena è un atto che all’esistenza umana si doveva da tempo».
«Non sono d’accordo – dice invece la signora Amalia –, voglio credere che fino all’ultimo respiro il Cielo possa cambiare le carte in tavola. Voglio credere davvero che finché c’è vita c’è speranza».
Sergio Genovese, docente: «Sono cattolico e pur riconoscendo l’importanza di un simile provvedimento mi sento soltanto di dire che certe scelte vanno lasciate al libero arbitrio di un essere umano. Altro non voglio aggiungere».
Il provvedimento aspettava di vedere la luce da otto anni, dall’epoca della morte di Eluana Englaro, e ha ricevuto un’accelerazione dopo il suicidio assistito di Dj Fabo, seguito a tre settimane di distanza da quello di Davide, l’ex barista 53enne malato di sclerosi multipla. Lo scorso 5 aprile il testo sul biotestamento ha superato il banco di prova delle prime votazioni, grazie a un’inedita maggioranza composta da Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Mdp e Sinistra italiana.
Il testo ora passerà al Senato per l’approvazione definitiva. Ci.A.

Un Commento

  1. emanuela scrive:

    Non capisco tutto questa agitazione contro questa legge. In uno stato laico ci possono essere anche disposizioni che non sono fondate sulla morale cattolica che pur essendo ancora prevalente non è l’unica. Da cattolica osservante faccio notare che non mi sento ne’ offesa ne’ sminuita non c’è nessun obbligo di servirsi di leggi che non piacciono ma in uno Stato policonfessionale è giusto che ognuno possa trovare una legge che gli consenta di fare anche scelte diverse senza incorrere nei rigori di una giustizia che le condanna. Il rispetto delle opinioni di tutti è sancito dalla costituzione.

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