Un provvedimento atteso da tempo e da moltissime persone. In sostanza il popolo delle partite Iva, i professionisti, i collaboratori. È diventato legge ieri il ddl sul lavoro autonomo che garantisce alcune prime forme di tutela sociale, finora assenti, a quanti non imprenditori svolgono un lavoro senza vincolo di subordinazione.
Il testo, fra le altre cose, istituisce l’indennità di disoccupazione per i lavoratori con un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa (si chiama dis-coll e si riconosce a partire dal 1° luglio 2017 ai collaboratori coordinati e continuativi, anche a progetto, iscritti in via esclusiva alla relativa gestione separata, non pensionati e privi di partita Iva e la si estende agli assegnisti e ai dottorandi di ricerca con borsa di studio in relazione agli eventi di disoccupazione verificatisi a decorrere dalla stessa data). Previste, poi, norme che regolano lo smart working.
In sostanza il lavoro autonomo viene definito come occupazione senza vincolo di subordinazione e quindi di orario e di luogo di prestazione. Una linea di demarcazione fondamentale – commenta il senatore molisano del Pd Roberto Ruta – «per smascherare abusi e false partite Iva e riconoscere più diritti ai tanti lavoratori autonomi non imprenditori del nostro Paese, soprattutto giovani»
Tra le altre disposizioni, si estende il congedo parentale di 6 mesi ai genitori entro i 3 anni di vita del bambino; si riconosce l’indennità di maternità pur continuando a lavorare; in caso di infortunio o malattia viene sospeso il pagamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi e sono estese le tutele per la sicurezza e per la prevenzione dagli infortuni e dalle malattie. Sul fronte economico, si aumentano le deduzioni e viene applicata la tutela dei tempi di pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche, mentre i liberi professionisti potranno aggregarsi in reti, consorzi o forme associate per accedere ai bandi di gara. Inoltre, per i lavoratori autonomi c’è l’incentivazione fiscale delle spese per autoformazione (deducibilità delle spese di iscrizione a master e corsi di formazione, convegni e congressi oltre a tutte le altre spese relative, quali soggiorno e viaggio) e per i lavoratori subordinati, l’autonomia negoziale cui sono demandati anche i modi per sanzionare o incoraggiare i comportamenti. I Centri per l’impiego e gli intermediari, infine, dovranno dotarsi di uno sportello dedicato al lavoro autonomo.
«È del tutto evidente come sia necessario verificare l’efficacia e la ricaduta di questa normativa a sei mesi dall’entrata in vigore: è una prima azione concreta – conclude Ruta – che garantisce diritti e tutele a tanti lavoratori autonomi specialmente ai più giovani».

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