Delegati dei lavoratori da tutto il Molise per la prima Conferenza della Uil a loro dedicata. A Campobasso il confronto con il segretario organizzativo Pierpaolo Bombardieri.
In questo modo, ha detto proprio Bombardieri a intercettare le istanze dei territori. E l’analisi della situazione molisana è partita dai numeri. Gli ultimi dati Inps denotano una «lenta ripresa occupazionale con l’attivazione di nuovi rapporti di lavoro, seppur con prudenza. Ma parallelamente, se osserviamo i dati sulla cassa integrazione, riscontriamo un buona parte del sistema produttivo in difficoltà», ancora Bombardieri.
A maggio, dopo mesi di calo, l’Istat registra, rispetto ad aprile, una risalita della domanda di cassa straordinaria (+99,2%) e ordinaria (+45%) a cui andrebbero aggiunte le ore richieste al Fondo di integrazione salariale in fase di valutazione. In Molise: +1440% di ore di cassa integrazione rispetto al mese precedente, contro una media italiana del 70%. Dato che fa schizzare la regione in testa alla classifica nazionale, come incremento percentuale.
Dati che evidenziano una «chiara instabilità produttiva, in cui la precaria stabilità delle imprese, porta a un immediato ricorso degli ammortizzatori sociali per evitare la perdita di posti di lavoro». Frenano pure le nuove assunzioni, tornate in alcuni settori in terreno negativo. In sintesi, non è un buon momento ma, ha concluso Bombardieri,
«il Molise, se riesce e mettere a sistema le risorse regionali con quelle rivenienti dallo Stato, attraverso il Patto per il Sud e l’area di crisi, può trovare la necessaria accelerazione per far ripartire quei processi produttivi che la riporterebbero a un livello socio economico certamente apprezzabile».
La segretaria regionale della Uil Tecla Boccardo, poi, si è soffermata sui temi della cultura e del turismo: «Leggiamo da uno studio di Unioncamere che la cultura si conferma uno dei motori trainanti dell’economia italiana e partecipa attivamente alla ripresa.
Il sistema nazionale vede muovere tra imprese e indotto 249,8 miliardi di euro annui, con l’occupazione di circa un milione e mezzo di addetti, oltre il 6% del totale degli occupati in Italia. In Molise, purtroppo, siamo allo 0, avendo tralasciato un bel po’ le politiche culturali, intese come sistema produttivo e non come semplici attività a macchia sul territorio. Anche su questo, c’è bisogno di risorse e di programmazione, visto che luoghi d’interesse e professionisti non mancano».
E per valorizzare il turismo ci sarebbe bisogno di mettere insieme le eccellenze che la regione ha in questo settore.
«Non dimentichiamo i milioni di euro che il Patto per il Sud ha destinato alle iniziative per la valorizzazione del patrimonio culturale regionale e alle politiche per lo sviluppo turistico.
Facciamo in modo che anch’esse diventino parte attiva della ripresa produttiva del Molise, evitando rivoli di finanziamenti su singole attività, non in rete, e non perfettamente strutturate. Abbiamo importanti siti e di indubbio valore, in diverse circostanze si è mostrata anche abilità nella realizzazione di importanti iniziative, grazie al lavoro di professionalità molisane che da decenni si prodigano per la crescita culturale: facciamo tutto questo meglio, dando più fiducia a quel sistema, promuovendoci finalmente con criterio e logica all’esterno, incuriosendo e attirando l’attenzione. Evitiamo – ha concluso – che solo qualche tweet faccia girare il nome del Molise».

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