Il caldo, l’orario infelice. Certo, non è l’adesione che colpisce della manifestazione del centrodestra contro la gestione dell’emergenza migranti. Nel Molise in generale poco abituato alla ribellione, anche se sull’argomento comincia a registrarsi insofferenza, in piazza Pepe a Campobasso ci sono una cinquantina di persone.
«Non volevamo fare passerelle, non era una prova di forza», risponde il portavoce di Forza Italia Giacomo Papa. Il sit-in organizzato principalmente da Fratelli d’Italia è comunque la prima iniziativa di tutta la coalizione. Le bandiere del partito di Meloni, quelle di Noi con Salvini, il tricolore. Ci sono anche i movimenti civici.
Allestita una postazione per gli interventi, prima di incontrare il prefetto Maria Guai Federico dei brevi comizi. «Non è una manifestazione contro qualcuno o qualcosa, è per l’Italia, perché noi amiamo il nostro Paese», la premessa del coordinatore provinciale di Fdi Costanzo Della Porta (in piazza anche il coordinatore regionale Filoteo Di Sandro). L’obiettivo è sensibilizzare le istituzioni locali e nazionali sul fenomeno. «Non siamo xenofobi – aggiunge Papa -, contestiamo la gestione dell’immigrazione». Ai profughi, dice, «stiamo vendendo illusioni, la situazione economica in Italia è tale che le condizioni in cui vivono i nostri poveri sono peggiori di quelle dei migranti. Da italiani rivendichiamo diritti che ad altri sono riconosciuti». C’è poi un tema di sicurezza, il rischio che gli extracomunitari finiscano per fare da manovalanza alla criminalità. Rischio evidenziato dall’esponente di Noi con Salvini che attacca le «cooperative rosse» che si occupano dell’accoglienza. L’ex presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis, esponente di Idea, sintetizza: «Diciamo basta a questo ingresso indiscriminato di migranti. Adesso è troppo davvero». Antonio Di Brino, di Destinazione Italia, ricorda quando a quattro anni emigrò con la famiglia in Francia: «Non vivevamo in albergo ma in un deposito di carbone che mio padre dovette sanificare prima di poterci abitare. E dovemmo adeguarci alle tradizioni e alle leggi della Francia». Un primo risultato a suo parere l’iniziativa compatta lo ha già avuto, almeno a Termoli dove è sospesa l’apertura di un centro a Rio Vivo. Michele Marone, di Azione civica, ritiene importante, a partire dal Molise, «far sentire la voce del popolo, che è stufo delle politiche renziane. La solidarietà a queste persone va attuata nei Paesi d’origine. Quando c’era il governo Berlusconi quel che stiamo vivendo non è avvenuto. Poi, il sostegno alle primavere arabe ha trasformato il Mediterraneo in un cimitero a cielo aperto». Tra gli altri interventi quelli di Paduano e Della Porta, entrambi Fdi. L’attenzione si sposta sul centro hub ipotizzato a San Giuliano di Puglia. L’intento è impedirne l’apertura, sarebbe un «centro dove i migranti vengono stoccati».
Alle 11.30 una delegazione viene ricevuta dal prefetto. Riserbo sui contenuti del colloquio. Ma i rappresentanti del centrodestra si dicono soddisfatti dell’interlocuzione istituzionale che si è instaurata. Così a Roma arriverà il messaggio che il piccolo Molise, campione di accoglienza, è il primo a chiedere che le condizioni e la gestione dei flussi oramai sempre crescenti cambi. r.i.

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