Oltre 100 donne in Italia ogni anno vengono uccise da uomini che sostengono di amarle. Questi gli ultimi sconcertanti dati secondo una ricerca dell’Istat. Il femminicidio, termine che abbiamo imparato a conoscere ormai da diversi anni, è l’ultima piaga di una società malata fatta di uomini che non accettano un ‘no come risposta’, che usano la violenza fisica e psicologica per rendere schiave le donne delle loro vite, nelle loro case, davanti ai loro figli, fino ad ucciderle. Gli episodi di violenza ed omicidio a discapito delle donne riempiono quotidianamente le pagine di cronaca dei giornali e dei servizi televisivi. I dati sono sempre più allarmanti e sembrano destinati a salire, ma rappresentano solo una fetta di chi subisce questi maltrattamenti, se vogliamo escludere quei casi in cui le vittime hanno paura di denunciare i propri carnefici.
Questo per dire che il terrore non si manifesta solo con i mitra e con le bombe e che il silenzio di chi lo subisce può rappresentare una vera e propria condanna a morte.
Frasi come «non vali niente», «non vedrai più i tuoi figli» fino ad arrivare a «io ti uccido» sono armi che possono ferire, danneggiare, distruggere l’anima di una persona. È fondamentale dunque agire prima che avvenga la vera tragedia, prima che qualcuno credendosi Dio, si armi più che con le parole con i fatti, attraverso atti di pura follia e decidendo, quindi, di porre fine all’esistenza di chi li rifiuta. Ma le donne non sono sole. Con l’aiuto di persone competenti infatti, si può porre fine a questo inferno.
Questo il messaggio lanciato attraverso un breve video dal Centro anti violenza e casa rifugio BeFree dell’Ambito territoriale sociale di Campobasso. Il centro, operativo dal 1 ottobre 2016, ha già dato aiuto a molte donne attraverso consulenze legali, psicologiche e psicoterapeutiche. Non solo, il centro è altresì fornito di sistemazioni per accogliere quelle vittime che hanno scelto di sfuggire dalla casa in cui erano imprigionate.
«Le violenze spesso nascono all’interno di relazioni interpersonali, amorose e sentimentali. Dunque, è più difficile farle emergere, soprattutto se poi non c’è protezione – ricordava Oria Gargano, la presidente di BeFree che opera da tempo in Lazio, Abruzzo e in Campania, in occasione dell’apertura del centro – non ci limitiamo a dare ospitalità, ma diamo l’opportunità di un reinserimento nel mondo del lavoro e il sostegno abitativo, mettendo a disposizione una caparra per l’affitto di un appartamento. Cose concrete che aiutano una donna a ricostruire la propria vita».
Anche in Molise dunque, sono numerosi i casi di violenza. Per questo il centro Befree mette a disposizione un numero di emergenza da contattare in caso di bisogno. Il numero è 333 4820030. Uscire dall’incubo ora si può. E agire per tempo può fare la differenza tra la vita e la morte.

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