La telefonata arriva in redazione intorno all’ora di pranzo. Una donna all’altro capo, una docente in attesa di conoscere la graduatoria, il responso per le supplenze di pochi mesi, quelle brevi e termporanee, è agitata e concitata. Indignata.
Sono giorni, racconta, che insieme ai colleghi nella sua stessa situazione – «siamo tanti, una sessantina» – si reca negli istituti di interesse per avere novità. Niente. Anzi, «la bidella stamattina mi ha detto: guardi, sono tutti in ferie…». In un altro plesso, a lei e alla collega che le fa compagnia durante il suo sfogo con Primo Piano Molise ha dato retta un’impiegata che però non si occupa dei docenti. Nulla di fatto, quindi, pure in quel caso.
Le scuole dove si sono recate in particolare sarebbero lo Scientifico di Isernia e il Majorana. La loro rabbia nasce da una descrizione della realtà – gli addetti alla segreteria costretti dai tempi e dalle scadenze del Miur a lavorare anche di notte e nei festivi – che hanno letto nell’articolo pubblicato ieri e che era il resoconto dei dati e delle valutazioni della Flc Cgil. «A noi viene risposto, e questo da giorni, che sono tutti in ferie. Non mi pare che si possa dire che hanno lavorato di notte e nei festivi».
Al di là di questo, c’è un dato di fatto che le due prof che hanno contattato il nostro giornale lamentano e ritengono assai preoccupante. In altre province, con domande ben più numerose di quelle presentate in Molise e nello specifico che le riguarda a Isernia (in tutta la regione sono state un centinaio), le graduatorie sono già uscite. E quindi i precari – ancora tali nonostante la riforma – conoscono già il loro destino. Possono, eventualmente se vogliono e ne hanno i requisiti, proporre reclamo. Ne hanno ancora il tempo. «Noi ci chiediamo innanzitutto come mai, con i numeri nostri ben più contenuti che altrove, le graduatorie non siano ancora pronte. E se verranno pubblicate a ridosso di Ferragosto non ci sarà nemmeno il tempo per fare ricorso. Una situazione – ribadiscono più volte – per noi inaccettabile. Stiamo passando l’estate a fare avanti e indietro nelle scuole, a compilare domande e moduli. Leggere poi che il sistema non funziona e che si lavora di notte e recarci negli istituti sentendoci rispondere “sono tutti in ferie, dovete tornare” è una cosa che ci fa molta rabbia».

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