A capo di Confcooperative Molise da ora c’è un Cavaliere della Repubblica. Non che gli piacerà mai sentirsi chiamare ‘Cav’, ma per Domenico Calleo – presidente da qualche anno della Confederazione che riunisce le coop che una volta si chiamavano ‘bianche’ per distinguerle dalle ‘rosse’ della Lega – l’onorificenza conferitagli dal Presidente della Repubblica è stata una gradita sorpresa di Ferragosto.
La decisione, datata 2 giugno scorso, gli è stata comunicata alla vigilia del giorno di festa dalla prefettura di Isernia. Naturalmente per lui una «grande soddisfazione». Di più, una «gioia immensa che mi spinge ancora di più a operare per il bene comune e il nostro Molise».
L’Ordine al merito della Repubblica è uno dei più importanti. Riconosce gli sforzi di chi sul lavoro o nelle arti porta in alto il nome dell’Italia. Calleo, nato a Cagliari ma trapiantato a Venafro, è un cooperatore puro – la sua coop Casi è nata 30 anni fa e dagli otto soci originari è passata a 120 (si occupa di strutture per anziani e disabili dando lavoro a circa 400 persone) – e a questo impegno imprenditoriale ha affiancato da anni l’impegno nell’organizzazione presieduta a livello nazionale da Maurizio Gardini. Il protagonismo della Confcooperative è cresciuto notevolmente e in settore strategici – come la filiera avicola, quella saccarifera e il tessile – con la sua presidenza. Confcooperative Molise, infatti, ha curato e proposto progetti alla Regione per quanto riguarda il rilancio della Gam. La socializzazione in primis, ma non solo. L’interesse di imprenditori per la filiera è stato cercato o agevolato dall’organizzazione di Calleo. E l’opera di scouting ha prodotto l’arrivo della società abruzzese Dasco (la ‘commerciale’ di una grande realtà della famiglia Confcooperative che è la Sagem) che si è aggiudicata il fitto e ha gestito l’incubatoio prima che Amadori si aggiudicasse la vendita definitiva dei beni della ex Arena.
Quanto allo Zuccherificio, negli ultimi mesi sempre Calleo si è fatto promotore di incontri con le maestranze per illustrare le possibilità del modello cooperativo applicato al settore. E così per l’ex Ittierre.
In Molise non c’è mai stato un terreno troppo fertile per le coop. I cattivi esempi, in questo come in tutti i settore, non aiutano a convincere giovani e meno giovani che si tratta di un modello che produce reddito e posti di lavoro. Si tratta di cambiare mentalità: da ‘dipendente’ a imprenditore di se stesso. Il riconoscimento del Quirinale al presidente di Confcooperative testimonia che, però, conviene provarci.

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