Contraria da sempre alla ratifica dell’accordo fra Ue e Canada conosciuto come ‘Ceta’, la Coldiretti del Molise ribadisce le motivazioni del dissenso e riafferma la distanza dalla politica.
Il trattato, denuncia Coldiretti, «prevede l’invasione in Europa di prodotti ufficialmente provenienti dal Canada, ma che invece hanno origine in tutti quei Paesi nord americani che hanno firmato accordi economici (“Nafta” in primo luogo) con il governo canadese. Invasione che minaccia di approfittare di tale accordo per porre in essere una concorrenza sleale nei confronti di tutto ciò che rientra nel “made in Italy”».
Al Parlamento europeo è passato a maggioranza. «La maggioranza degli europarlamentari italiani presenti per quella occasione in aula, si espresse contro la ratifica di tale accordo». Anche nel Pd, dei 22 presenti al voto 13 dissero sì e 9 votarono in dissenso. Venendo al Molise, dove il clima è arroventato (a tratti avvelenato), dalle vicine regionali del 2018. La nostra è una delle 12 che finora hanno approvato in Italia l’ordine del giorno a sostegno della mobilitazione della Coldiretti. Insieme, per esempio, a Lazio e Veneto.
«Non mi sembra di vedere – afferma il delegato confederale di Coldiretti Molise Eugenio Torchio – 12 governatori regionali, altrettante giunte e Consigli regionali, tutti con il taccuino in mano a prendere ordini dalla Coldiretti nazionale. Si tratta – continua Torchio – invece di una solidarietà espressa a nome di questi territori, mentre altre Regioni nel frattempo si accingono a fare altrettanto, in maniera trasversale nell’intero arco partitico e parlamentare italiano».
A Roma il 5 luglio, alla manifestazione nazionale promossa dall’organizzazione, c’erano tutti: da Facciolla ai suoi colleghi assessori all’Agricoltura di altre regioni e altri partiti, da Zaia a Fratoianni. Al fronte hanno poi aderito le Province. Numerose quelle che hanno fatto proprio l’odg di Coldiretti (in Molise sia Campobasso sia Isernia). E ci sono i Comuni, in Molise una settantina quelli che hanno già deliberato il no al Ceta.
«Coldiretti Molise ha voluto ringraziare direttamente uno per uno tutti i sindaci, oltre che i presidenti delle Province ed il governatore regionale – spiega il direttore regionale Saverio Viola -. Nei prossimi giorni, alla ripresa dalle ferie, provvederemo a pubblicare l’elenco di tutte le amministrazioni e le istituzioni molisane che hanno adottato tale provvedimento».
In conclusione, per Coldiretti questo schieramento di forze significa che «i rappresentanti dei territori, in maniera assolutamente trasversale sul piano politico, proprio in quanto interpreti delle esigenze dei propri cittadini, hanno inteso dimostrare fattivamente la loro vicinanza a Coldiretti che in questo momento si è fatta carico di guidare la campagna per il riconoscimento della distintività dei prodotti dell’agroalimentare italiano nei confronti di quanti invece, più o meno coscientemente, stanno dissipando tale valore sull’altare della globalizzazione dei mercati. E di tutto questo Coldiretti ne terrà conto, sempre ed ovunque, in ogni circostanza. Tanto per fare alcuni esempi, Coldiretti non farà passare in silenzio azioni come quella del ministro Martina e del governo italiano che prima per il latte ed i suoi derivati, ed ora per la filiera del grano e della pasta, hanno posto in essere le procedure per l’indicazione obbligatoria in etichetta del Paese di origine e di quello della lavorazione dei prodotti. Né passeranno altrettanto inosservati i provvedimenti sull’Imu, l’Irap, l’Iva e l’Irpef in agricoltura che il governo nazionale ha assunto in quest’ultimo biennio. Coldiretti ne terrà conto, come si diceva, in ogni fase, dal momento che nel suo Dna è scritto che da oltre 20 anni ha abdicato da ogni colleganza politica con i partiti, ma di volta in volta terrà conto delle posizioni di quanti agiscono in favore dei legittimi interessi dei propri associati, e ancor prima della categoria, e innanzitutto della salute dei consumatori».

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