Calcolando che in media ogni anno nascono in Molise duemila bambini, il numero di quelli interessati alla prima fase di attuazione del decreto vaccini è di 10mila.
Per poter essere iscritti al nido, alle sezioni Primavera o alla scuola dell’infanzia devono essere vaccinati. Il termine fissato è il 10 settembre, il 12 suonerà la campanella.
Come mettersi in regola e come dimostrare di esserlo alle istituzioni scolastiche? È questa la domanda che ha mandato nel panico i genitori, in Molise e in tutta Italia. Da una settimana circa, a Campobasso per esempio, code e disagi sono all’ordine del giorno ai centri vaccinali.
Un’oretta e mezzo, due ore di apertura: troppo poche, dicono le mamme in fila. Il personale, si sa, è ancora carente. Lo sforzo è di rafforzare l’offerta ma l’organico non permette di compiere grossi miracoli. Alla struttura sanitaria, spiegano dall’Asrem, i genitori si rivolgono anche solo per informazioni però. Per sapere cosa fare, cosa portare alle segreterie delle scuole per l’iscrizione dei figli. Certo, molti anche per vaccinarli. Ma in molti casi, invece, dal controllo emerge che la situazione è regolare, che il piccolo cioè non avrà problemi a essere iscritto.
Sono dieci i vaccini ora obbligatori, in base al decreto Lorenzin diventato legge ai primi di agosto. Prima erano quattro. Ma un bambino di otto anni (meno che mai i più piccoli), per esempio, non deve averli effettuati già tutti. C’è uno scadenziario, ci sono poi i richiami. Comunicazioni che l’azienda sanitaria invia ai genitori dei minori.
Per rispondere alla psicosi da vaccino, l’Asrem ha elaborato un vademecum insieme alla Regione. Sarà presentato stamattina dal governatore Frattura, dal dg Sosto e dal direttore della Salute Gallo a Palazzo Vitale e reso disponibile sul sito dell’azienda (www.asrem.org). Al manuale che contiene informazioni sull’obbligo sancito dalla legge saranno affiancati i moduli per l’autocertificazione.
Alle scuole, cioè, si possono autodichiarare le vaccinazioni effettuate e anche l’intenzione di effettuare quelle che mancano indicando la prenotazione. In questo caso, il termine del 10 settembre non sarà tassativo, nel senso che il bimbo verrà iscritto e ci sarà una finestra più ampia, fino al 10 marzo, per formalizzare poi i documenti che attestano di aver adempiuto o fare concretamente il vaccino. Addirittura, spiega in particolare il dg Gennaro Sosto a Primo Piano, si può portare a scuola il libretto delle vaccinazioni. «In questi giorni, è vero, tantissime persone si stanno riversando nelle nostre strutture. Ci chiedono cosa fare, quali documenti bisogna depositare e dove. Per questo abbiamo deciso di divulgare un vademecum che facilita la vita dei genitori. Il nostro compito è informarli nella maniera più puntuale possibile».
Con questo manuale gli ‘assalti’ ai centri vaccinali dovrebbero scemare. Nel senso che vi si recherà chi deve mettersi in regola, chi lo è o ha prenotato saprà che può comunque iscrivere il proprio figlio. Riguardo a quelli finora obbligatori, la fascia di copertura – riferisce il manager di via Petrella – è dell’85-90%. Quindi non ci dovrebbero essere numeri imponenti da gestire.
Per la scuola dell’obbligo (elementari e medie) il termine per presentare i documenti o le autocertificazioni è il 31 ottobre. In quel caso, senza vaccinazione (l’obbligo è per i bambini e ragazzi da 0 a 16 anni) l’iscrizione non sarà negata ma i casi saranno segnalati dalle scuole all’Asrem e si rischiano multe da 100 a 500 euro.
Accanto e in parallelo con le azioni messe in campo dall’Asrem, c’è poi un lavoro che la Regione sta svolgendo da mesi con la direzione generale della Salute. Intanto, un’implementazione del sistema informatico per i vaccini (utile in vista del sistema definitivo di gestione dell’obbligo che fra due anni affiderà in sostanza tutto alle Asl) e poi riunioni coi pediatri e con l’Asrem, un monitoraggio dei medicinali che servono per reperirli sul mercato. Con le altre Regioni, poi, la struttura di via Genova diretta da Lolita Gallo ha preso parte al confronto con la ministra Lorenzin.
Non è un parere squisitamente tecnico ma nemmeno politico quello del presidente Paolo Frattura, invece. «Io sono convinto dell’importanza della prevenzione. Nel momento in cui esplodono i casi di morbillo, che sembrava debellato, io credo che debba essere una preoccupazione innanzitutto dei genitori. Io, da genitore, per mio figlio voglio che la copertura sua totale. Ecco perché l’allargamento della campagna di prevenzione è per me basato su dati scientifici. Non è una questione politica. Anche nella contrapposizione col Veneto che impugnerà il provvedimento. La ministra ha elencato i casi, anche Veneti. Ripeto, dati scientifici. Su questi io registro la coerenza della nuova norma». Importante l’obbligatorietà anche perché rende gratuita una profilassi che magari non si faceva finora per problemi economici. Un dato che il governatore, commissario della sanità, tiene presente. Non tutti sono diventati novax o freevax.
ritai

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