Entro metà ottobre si saprà se Agricola Vicentina si sarà aggiudicata il bando del Psr cui ha chiesto di accedere per cofinanziare la ristrutturazione dell’incubatoio. L’avvio dei lavori al massimo entro inizio 2018, la riapertura – in base al cronoprogramma che la società del gruppo Amadori ha stilato e inserito nell’accordo di febbraio – quindi più o meno a novembre 2018. Le stime di ricollocazione per l’impianto sono di 30 unità, a regime 60.
A novembre 2018 scadrà anche l’ulteriore anno di cassa integrazione straordinaria che sarà concesso – dal ministero di Poletti proprio ieri è arrivata l’assicurazione che si può fare – perché la Gam è in area di crisi complessa. Degli altri circa 200 addetti dell’azienda di Bojano però a quel punto cosa ne sarà? Per il macello, infatti, i tempi del rilancio – contenuti nell’intesa sottoscritta al Mise da Regioni e sindacati – sono molto più lunghi: almeno 3 se non 4 anni. Anche perché, è emerso nell’incontro di ieri pomeriggio in via Molise convocato per analizzare lo stato di avanzamento degli accordi con Amadori, la presa di possesso dello stabilimento di Monteverde ancora non c’è stata. Rispetto alla separazione fra primo e secondo lotto (solo il primo acquistato da Agricola Vicentina, il secondo ancora non è stato messo in vendita) e alla bonifica del macello, il gruppo di Cesena sta effettuando valutazioni aziendali interne per capire se non sia meglio scegliere un altro sito o ricostruire ex novo la fabbrica per la macellazione. Entro fine anno, questa l’assicurazione al tavolo, la scelta sarà compiuta. A quel punto dovrebbe essere presentata anche la domanda a Invitalia per il contratto di sviluppo (strumento che consentirà l’accesso a fondi nazionali e regionali di sostegno all’investimento).
Alla riunione il governatore Paolo Frattura, l’assessore allo Sviluppo Carlo Veneziale, il direttore del Personale di Amadori Pampanini e lo staff legale, l’amministratore di Gam Giulio Berchicci, i tecnici e i dirigenti della Regione. Regione che, con il presidente, ha ribadito la condivisione del percorso di rilancio e ha dichiarato il rispetto dei tempi che ciascuno negli accordi firmati si era dato. Anche l’azienda ha confermato il suo impegno nel progetto ‘Molise’ e ha detto: siamo nei tempi.
Invece i sindacati, nazionali e territoriali (Fai, Flai, Uila), hanno posto proprio l’accento sui tempi. «Le cose non sono messe male ma si potrebbe fare meglio da quel punto di vista», sintetizza il segretario della Fai Raffaele De Simone. Pur esprimendo però soddisfazione per la garanzia, da parte della dg del ministero del Lavoro presente, di un altro anno di cassa integrazione. I sindacalisti hanno pure sollecitato l’attivazione di politiche attive e misure che accompagnino alla pensione o incentivino all’esodo. La platea da ricollocare fra un anno sarebbe così meno numerosa. E, a mali estremi, il rimedio si troverebbe più facilmente. In realtà, però, sia per i tirocini formativi sia per l’autoimpiego dal bacino Gam o area di crisi in generale sono arrivate ben poche domande.
A Roma si tornerà a novembre per un aggiornamento più preciso. Intanto i sindacati chiederanno un incontro alla Regione per avviare le pratiche dell’ulteriore richiesta di cassa straordinaria. L’ennesima. Forse stavolta davvero l’ultima.

r.i.

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