Il Molise era l’unica Regione a non avere un protocollo d’intesa tra la facoltà di Medicina e il servizio sanitario nazionale. Da ieri non lo è più.
È stato firmato dal rettore Gianmaria Palmieri e dal governatore Paolo Frattura l’accordo che sancisce la collaborazione fra l’Ateneo e le strutture dell’Asrem nei campi dell’assistenza, della clinica e della ricerca.
Sala affollata nella sede della facoltà in contrada Tappino. A fare gli onori di casa Palmieri, per il quale il protocollo è «molto importante per il territorio, per i cittadini molisani, i nostri studenti e i ricercatori perché si realizzano finalmente le condizioni formali ma anche sostanziali per realizzare l’integrazione tra la parte di didattica, ricerca e assistenza di Unimol e la struttura sanitaria pubblica regionale. I nostri studenti e docenti saranno protagonisti anche all’interno dell’assistenza regionale, al Cardarelli e in altre strutture, attraverso questo accordo che consente al sistema sanitario regionale di avvalersi delle professionalità che Unimol mette a disposizione. Un momento – sottolinea il rettore – direi epocale nella giovane storia del dipartimento ‘Vincenzo Tiberio’ di Unimol e fondamentale anche per i gli utenti della sanità pubblica del territorio».
Un traguardo che «si deve alla tenacia ed al coraggio di tanti nel corso degli anni». Per tutti Palmieri cita il direttore del dipartimento di Medicina Luca Brunese e a chi lo ha preceduto. Il rettore ringrazia poi «per la lungimiranza così dimostrata, al presidente della Regione Paolo Frattura, nonché ad altri nostri interlocutori quali il direttore generale dell’Asrem Gennaro Sosto, la dottoressa Mina Gallo (dg Salute della Regione, ndr) e il dottor Antonio Forciniti (direttore amministrativo Asrem, ndr)». Palmieri chiude poi con l’auspicio che «processi analoghi, nell’interesse di tutti, possano realizzarsi anche con strutture sanitarie private di eccellenza presenti in Molise: penso, in primis, alla Cattolica e a Neuromed».
La sigla del protocollo nel momento attuativo del piano di riorganizzazione della sanità targato Frattura. Il presidente-commissario ammette: «Il tempo stringe, siamo a fine legislatura. Più cose riusciamo a mettere in campo più siamo in grado di dimostrare qualità di quanto programmato». L’intesa, ragiona, viene da «20 anni di lavoro insieme. Prima che nascesse Medicina, Università e Regione provavano a capire se potevano esserci i presupposti. Oggi mettiamo insieme le forze ma soprattutto le qualificatissime risorse umane e diamo un’opportunità agli studenti, da una parte, e ai pazienti dall’altra. Insieme, Università e Regione, nei reparti e negli ambulatori, garantendo al meglio l’assistenza grazie alla professionalità dei docenti e ricerca e assistenza per pazienti e studenti». In sostanza, l’intesa assicura la presenza dei docenti universitari «nei reparti che per esempio non hanno guida nell’azienda sanitaria regionale» e garantisce «programmi di ricerca per docenti che si impegnano in Asrem, tutto questo con percorsi formativi per gli studenti. Non siamo andati avanti per creare la clinica o l’azienda universitaria che, considerando i numeri, mai nessuno ci avrebbe approvato ma mettendo insieme le forze, facendo i conti con quello che effettivamente abbiamo e siamo. E siamo riusciti a chiudere un protocollo che all’interno dell’azienda offre tutti i qualificati supporti professionali dei docenti, oltre che ricerca e formazione».
A questo protocollo firmato dalla Regione, ne seguiranno altri attuativi di cui si occuperà l’Asrem e che definiranno, dichiara il dg Sosto, «l’apporto che il mondo universitario darà a tutta la fase clinica, ospedaliera». Unimol, così, «entra in maniera importante all’interno dell’azienda sanitaria, in questo modo riusciremo a colmare una parte del gap che abbiamo sul personale anche grazie al contributo universitario». Si guarda al futuro, conclude Sosto, «cominciamo a intravedere la luce in fondo al tunnel, si capisce che abbiamo imboccato la via giusta».
L’accordo, conclude il direttore di Medicina Brunese, «permetterà all’Asrem di usare a pieno titolo e in maniera organica le eccellenze del nostro dipartimento». Non solo, gli 800 studenti trovano nell’intesa «la possibilità di frequentare a pieno titolo i reparti». L’obiettivo ambizioso e finale, per Brunese, è creare un percorso virtuoso «per cui ci si laurea, ci si specializza e si entra a far parte dell’azienda sanitaria regionale».
r.i.

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