Scuole a rischio crollo. E non soltanto per un eventuale terremoto, potrebbe infatti bastare molto meno a farle venire giù. O comunque sarebbe sufficiente una scossa di magnitudo 3.
La Procura di Campobasso ha chiuso le indagini sulle verifiche chieste per alcuni istituti scolastici di Campobasso, Guglionesi, Larino e Tufara. Le conclusioni a cui gli inquirenti sono arrivati lasciano sgomenti e fanno sobbalzare.
Se non valesse il principio secondo cui «nullum crimen sine praevia lege poenali scripta et stricta» la stessa Procura di Campobasso, nella veste di Nicola D’Angelo e Luca Venturi, probabilmente avrebbe già disposto il sequestro cautelativo degli immobili. Ma i reati emersi in 7mila pagine di accertamenti, verifiche, relazioni tecniche e sommarie informazioni portate avanti dalla Squadra Mobile di Campobasso, non possono essere – purtroppo – perseguiti. E la Procura si prepara a chiedere l’archiviazione.
Ma è sempre la Procura che però ha scelto di andare oltre e segnalare quindi quanto sia sentito e importante il problema che è emerso dal voluminoso e accurato carteggio.
In queste ore sul tavolo del Prefetto di Campobasso e su quello del Procuratore generale è arrivata infatti una comunicazione firmata dal procuratore della repubblica Nicola D’Angelo che lancia l’altolà.
D’Angelo avverte le autorità in questione sulla situazione di vulnerabilità sismica degli istituti in provincia di Campobasso.
Al Prefetto e al Procuratore generale rappresenta sì la richiesta di archiviazione dovuta verosimilmente al fatto che all’epoca della costruzione degli edifici non esisteva una norma che disciplinasse la necessità di produrre documenti in grado di certificare la sicurezza dei fabbricati (a cominciare dal collaudo di cui le scuole oggetto di indagine sarebbero sprovviste), ma sottolinea anche che sono state rilevate condizioni di criticità strutturali e di vulnerabilità sismica.
In sostanza, nonostante le 7mila pagine di lavoro prodotte dalla Squadra Mobile con la collaborazione di ingegneri e tecnici del settore, la Procura di Campobasso non può intervenire ma rafforza le inquietudini che riguardano le scuole controllate. Perché c’è un pericolo incombente sugli studenti a cui bisogna far fronte, norme del diritto a parte.
Le condizioni di pericolo sono tutte relazionate. Descritte nei dettagli. E l’imponente faldone è a disposizione delle autorità destinatarie della comunicazione per essere consultato.
L’indagine nasce sull’esposto presentato proprio negli uffici di Viale Elena dal comitato dei genitori della scuola di Via Crispi. Da qui, la delega alla Squadra Mobile e il lungo lavoro proseguito per mesi fino alla conclusione dell’inchiesta avvenuta il 19 ottobre scorso.
Che se non è potuta confluire in un procedimento penale a causa dell’irretroattività delle norme, potrebbe compiersi in altri provvedimenti che ora sono nelle mani del Prefetto e del Procuratore generale.
Intanto i legali cui si sono rivolti i genitori, tra questi anche l’avvocato Silvio Tolesino, rispetto alla richiesta di archiviazione che la Procura si appresta a inoltrare, hanno già formulato la propria contrarietà.
Non si sbottona Tolesino, si limita però ad ammettere che la situazione «è chiara nella sua pericolosità» e che nel contempo ha necessità di analizzare correttamente non soltanto le 7mila pagine prodotte dall’attività investigativa ma anche tutte «le sottigliezze giuridiche che potrebbero permettere al procedimento di essere valutato nelle aule di giustizia perché si trovi finalmente una risposta adeguata alla richiesta di sicurezza, legittima e comprensibile ben oltre la mia professione di avvocato, avanzata dalla popolazione».
Anche lo studio recentemente assegnato ad una equipe di esperti dell’Unimol, il cui coordinatore è il professore Carlo Callari, non smentisce la ricostruzione della Procura.
Lo stesso professore è stato infatti ascoltato negli uffici della Questura di Via Tiberio per un approfondimento dell’inchiesta e Callari nella sua esposizione dei fatti in qualità di tecnico esperto ha ribadito quanto aveva già fatto presente, per esempio, al sindaco e al direttore generale del Comunale e cioè, nel caso specifico di una delle scuole di Campobasso oggetto di indagine, che i lavori di miglioramento non erano certamente di adeguamento (aspetto ben diverso) e che i risultati dello studio non evidenziavano un livello di sicurezza tale da permettere la stima di una vita residua di durata ammissibile secondo le indicazioni normative.
Questo e molto altro è contenuto nelle migliaia di pagine di approfondimenti che saranno oggetto di analisi ulteriori anche dalle autorità chiamate a intervenire sulla questione e soprattutto a formulare i nomi degli istituti a rischio sui quali è urgente fare chiarezza e adottare provvedimenti. Necessariamente repentini. Prima che l’imminente arrivo dell’inverno con una nevicata più abbondante del solito – prima ancora di un eventuale terremoto – crei danni irreversibili.
CN

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