Nessuna assemblea, almeno per oggi. Troppo stretti i tempi per convocare 270 persone. In realtà, del totale degli addetti della Gam, sono un centinaio quelli che nella partita per il rinnovo della cassa integrazione fanno la differenza. Si tratta di coloro che vantano ferie non pagate e che potrebbero, se non l’hanno già fatto, azionare un ricorso che – come quello accolto dal giudice del lavoro – vada a segno obbligando la Gam (in solido con Solagrital) a pagare il dovuto. In totale, la cifra si aggira sui 400mila euro. Quattrocentomila euro che rischiano di far saltare il concordato e anche la cassa integrazione, pur se già a quel punto rinnovata.
La Cigs in godimento scade sabato. Oggi pomeriggio torna in Aula la legge che copre con 764mila euro la quota del Tfr e la proroga del fitto di ramo d’azienda con Solagrital: proroga che pone il problema dei ricorsi eventuali sulle ferie arretrate perché se il contratto venisse risolto la Gam non potrebbe essere chiamata a rispondere di nulla, ma in quel caso i dipendenti tornerebbero in carico alla cooperativa che è in liquidazione, praticamente nel baratro perché l’accesso alla Naspi è assai difficile.
Il varo della norma, propedeutico all’ok del Ministero a un altro anno di Cigs, si è incagliato proprio per il ricorso accolto sulle ferie. Pare che per questa azione sarà formalizzata la rinuncia. Ma i commissari e l’amministratore della Gam non intendono esporre la società (esporrebbero anche i propri patrimoni) al rischio di vedersi recapitare altri e numerosi decreti ingiuntivi. Perciò hanno chiesto una liberatoria, tecnicamente la rinuncia all’azione giudiziaria e non alle ferie non godute, da parte dei diretti interessati. Quella di ieri, anche se festiva, è stata una giornata di lavoro e negoziati.
I sindacati rispondono offrendo l’impegno, da prendere formalmente in un’assemblea che si terrà a breve, a che non vengano presentate altre istanze di quel genere. Basterà? Se le cose restano come erano martedì, no. Ma il socio unico della Gam è la Regione, mediatrice fra interessi societari, istituzionali e politici: oltre 260 famiglie rischiano di restare senza alcun sostegno a ridosso del ritorno alle urne.
Mariano Russo, rsu della Cgil, si augura «che la legge venga approvata. Quanto alle ferie non godute, i sindacati si impegnano a non promuovere cause in tribunale. Lo spiegheremo ai lavoratori che, sono certo, saranno come sempre responsabili. Ma non possiamo chiedere loro una liberatoria».
Per Giancarlo D’Ilio, rsu Cisl, è «importante la proroga della cassa integrazione. Mi spiego meglio: noi vogliamo il lavoro, questo è indubbio. Ma al momento il lavoro dove sta? Ancora non partono gli interventi di ristrutturazione all’incubatoio. E nell’ultimo incontro a Roma, i tre anni che Amadori aveva preventivato negli accordi di fine febbraio per il riavvio del macello sono diventati quattro, comunque di più. Se è a rischio pure la cassa integrazione, capite bene che in questo quadro siamo preoccupatissimi. Gli ammortizzatori non sono il nostro obiettivo, ma servono fino a quando il nuovo proprietario non farà ripartire la produzione».
Come martedì una folta delegazione di dipendenti dell’azienda di Bojano sarà in presidio oggi pomeriggio davanti a Palazzo D’Aimmo.
r.i.

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