Soddisfatto per la proroga della cassa integrazione perché per un altro anno i lavoratori della Gam (poco meno di 270 dopo i recenti pensionamenti) sono «in sicurezza».
Ma questo al governatore Paolo Frattura non basta. Ha promesso il rilancio della filiera avicola anche a costo della chiusura del macello. Decisione che gli è costata non poco, ma il cui effetto secondo lui ora è scemato. Ed è convinto che stavolta la vertenza è sul binario giusto.
A margine della conferenza stampa di presentazione della campagna vaccinale 2017, coi cronisti puntualizza il commento ottimista che ha consegnato giovedì sera alle maestranze. Dopo il varo della legge che ha dato via libera all’autorizzazione agli ulteriori 12 mesi di Cigs, si è fermato qualche minuto con i lavoratori che erano a Palazzo D’Aimmo per seguire i lavori: «Entro fine dicembre il piano industriale di Amadori, così come sottoscritto presso il ministero dello Sviluppo economico, sarà un atto concreto», ha detto loro.
Nel day after accetta dà qualche dettaglio in più. Intanto, sulla cassa integrazione ribadisce: «Avevamo lavorato con il governo perché si aprisse una finestra per la proroga dell’ammortizzatore sociale, ieri (giovedì, ndr) il Consiglio regionale all’unanimità ha garantito la copertura per gli oneri relativi (la quota di Tfr, ndr). Un altro bel risultato che, mi auguro, accompagnerà il rilancio della filiera produttiva. Perché l’ammortizzatore sociale serve per accompagnare appunto il periodo di non lavoro visto che l’obiettivo è di far ripartire intera filiera. E già solo considerare le adesioni degli allevamenti al nuovo progetto avicolo molisano ci fa ben sperare per il futuro».
Cosa accadrà a dicembre? Nel giorno in cui sul Corriere della Sera l’ad di Amadori Romani ha parlato di un progetto che «sarà completato entro 3 anni dalle autorizzazioni che stiamo aspettando, valutazione di impatto ambientale compresa», il presidente della Regione ha rilanciato indicando nella fine del 2017 un momento decisivo. «Entro dicembre Amadori definirà l’investimento per quanto riguarda il macello, quindi si partirà con la costruzione del contratto di sviluppo – ha spiegato ieri – tenendo presente che i progetti per i centri ingrasso e l’incubatoio sono già in istruttoria presso la Regione». Per ristrutturare l’incubatoio, Agricola Vicentina (la società del gruppo Amadori che si è aggiudicata i beni messi in vendita dalle società dell’ex Arena e della Gam) ha infatti presentato domanda nell’ambito del bando del Psr scaduto a metà luglio e di cui si aspetta, ormai a giorni, la graduatoria.
Convinto, dunque, Frattura del percorso che ha intrapreso per la filiera avicola. «L’impopolarità costruita con la decisione di chiudere il macello ritengo che sia oggi superata visto che c’è un imprenditore privato, uno dei due riferimenti nazionali, che ha deciso di investire risorse importanti in questa regione e soprattutto garantire qualità, professionalità e continuità alla filiera avicola. Continuo a dire che un ente pubblico non può sostituirsi all’imprenditore prima di tutto perché non ne ha le capacità e poi perché non è giusto per il mercato e per i cittadini che siano chiamati a fine anno a ripianare le tante e troppe perdite. L’obiettivo – ha quindi aggiunto – è quello di far ripartire la filiera, non solo di ricoinvolgere i lavoratori della Gam ma soprattutto tutto l’indotto perché a fianco alla Gam c’erano allevatori, trasportatori, un indotto sicuramente importante». Il suo predecessore Michele Iorio non avrebbe chiuso l’azienda e lo ribadisce spesso. «Abbiamo una visione economica radicalmente diversa», risponde Frattura e si dice contento del risultato raggiunto: per il macello, perché per una struttura che lavorava negli ultimi periodi in modo fallimentare «tranne qualche timoroso accenno di interesse mai si era concretizzato» un percorso. «Oggi – ha concluso – abbiamo un big player che investe 45 milioni di euro».

r.i.

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