«Frattura, lei mi sembra un po’ come Matteo Renzi, ma questa non è un’offesa. Come lui, racconta dell’aumento dello 0,2%, ma voi che governate dovete lasciare un segno, non cifre». La battuta di Alessandro Sallusti ha rotto il ghiaccio in un pomeriggio che, tra annunci e recriminazioni, ha ufficialmente aperto la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali. Nella sala zaffiro della Fonte del Benessere – centro Mességué , i protagonisti della scena politica degli ultimi anni, pronti alla ricandidatura, hanno messo sul tavolo le questioni principali che comporranno i loro programmi, davanti a una nutrita platea composta da autorità e giornalisti, incalzati dal direttore de ‘Il Giornale’. Lui, col suo solito fare diretto e senza giri di parole, paragonando il Governatore della Regione al segretario del Pd, ha invitato i politici locali a evitare di snocciolare numeri al pari dei loro omologhi nazionali, ma a dare alle persone ciò che vogliono: qualcosa in cui credere. Il sogno. Questo il tema che ha fatto da sfondo all’incontro svoltosi ieri a Castelpetroso su iniziativa del gruppo editoriale della famiglia Ricci, moderato dal direttore di Teleregione Pierluigi Boragine e dal presidente dell’Assostampa Molise Giuseppe Di Pietro. Gli editori di Primo Piano Molise hanno voluto fortemente questo incontro, suggellando così l’abbinamento nato col quotidiano di Alessandro Sallusti nel febbraio scorso. «È una persona squisita – il commnento del presidente Marciano Ricci – e sono molto felice di averlo avuto con noi». Il numero uno del Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno ha quindi aperto la serata con i suoi saluti.
Il direttore in più occasioni ha messo in parallelo la situazione molisana con quella del Paese, sostenendo quali siano gli aspetti da cui bisogna partire per evitare che si arrivi a un punto di non ritorno. Non un orizzonte impensabile visto che, sulla base di quanto ha evidenziato lui stesso, la povertà sta raggiungendo livelli mai visti prima. Ma che percezione si ha del Molise all’esterno del recinto regionale? La domanda posta da Giuseppe Di Pietro ha fatto emergere il primo spunto di riflessione,
«Non si ha una grande percezione, ma questa non è proporzionale alle bellezze e alla qualità dei molisani – le parole di Sallusti -. Non so se è colpa della politica. C’è una giunta di sinistra sostenuta da un personaggio della destra. Leggevo che un sindaco di centrodestra (Di Bartolomeo ndr.) è andato ad accogliere Renzi. Non si capisce assolutamente nulla e deduco che la politica è nel ‘casino’ così come quella nazionale».
Frattura si è quindi detto «onorato» di essere stato paragonato al suo leader e ha tracciato un bilancio di quanto fatto negli ultimi cinque anni, proprio partendo dai numeri, quelli della Svimez. La società che si occupa di analizzare i dati relativi allo sviluppo del mezzogiorno qualche settimana fa ha accertato che il Molise è la terza regione del sud per crescita del Pil. Ma a questo studio va necessariamente affiancato il rapporto di Bankitalia, che ieri ha detto che la crescita è moderata.
«Dopo i tanti sacrifici oggi c’è l’inversione di tendenza, che non è rappresentata solo dagli indizi di ricchezza, ma dal ritorno all’occupazione e dalla diminuzione della disoccupazione – la replica di Frattura -. La crescita è costante e continua. Siamo riusciti a realizzare cose, a livello legislativo, che erano ferme da anni. Iniziamo a raccontare quello che è stato fatto altrimenti avranno ragione i detrattori. Se c’è un più 1,8% di ricchezza e l’aumento del 9% sul turismo vuol dire che il Molise esiste».
Per Antonio Federico il primo problema è quello dello spopolamento. Anche il consigliere regionale del movimento cinque stelle voleva andare via per trovare lavoro altrove e vorrebbe che la sua scelta di restare facesse da monito. «Perdiamo continuamente giovani che emigrano – ha detto -. La nascita della regione non ha consentito un’inversione di tendenza. I cittadini stessi dovrebbero dire che il Molise esiste e resiste, ma spesso quando si parla dell’autonomia regionale le persone sono le prime a non crederci, proprio per la disaffezione che si è creata su questo tema». Il pentastellato si è trovato nel bel mezzo della disputa Iorio – Frattura, recitando consapevolmente il ruolo di outsider. L’attuale governatore e il suo predecessore non si confrontavano pubblicamente da anni e quella di ieri è stata l’occasione per ‘regolare’ i conti’. E ad accendere il confronto tra i due è stato l’argomento dell’autostrada. Quello sì che era un sogno per Iorio. «Politiche non idonee hanno distrutto alcuni sogni come quello di unire il Tirreno all’Adriatico, progetto stoppato dal Governo Renzi – le parole di Iorio -.Quando sento che il presidente dell’Anas dice che solo qui l’autostrada non si può fare mi rendo conto che quelle parole sono bufale che irritano l’ascoltatore. Tante speranze di uscire dall’isolamento, anche dal punto di vista infrastrutturale, sono state vanificate negli ultimi anni e c’è da riprendere un percorso. Il Molise ha tutte le carte in regola per competere con altre realtà territoriali». Da sogno però l’autostrada, per Frattura, rischiava di diventare un incubo. L’assenza di svincoli nel progetto e un percorso che invece che collegare Termoli a San Vittore sarebbe partito da Guardiaregia, sono alcuni elementi che lo hanno indotto a dire ‘no’. «I troppi sogni hanno allontanato Iorio dal disastro in cui ci ha lasciato – le parole del Governatore – . Lui non considera i debiti. Quando ci troviamo di fronte un progetto che ha navigato solo tra accordi, che non ha mai avito copertura finanziaria e che avrebbe avuto un pedaggio di tre volte superiore a quelli del resto del Paese, quello non è sviluppo. Ogni anno abbiamo dovuto chiedere incremento aliquote per tamponare debiti, non sogni ma incubi. Lui ha comprato un catamarano per portare i turisti in Croazia, spendendo otto milionid i euro. Noi abbiamo pensato al dragaggio del porto di Termoli». In chiusura Sallusti ha invitato il presidente a fare un meno il «ragioniere» e a mettere in campo interventi forti. «In Lombardia sono state costruite della autostrade che costano tre volte tanto rispetto alle altre – ha detto -. La gente ha capito che spende di più ma ha grandi benefici». E allora bisogna pensare in grande anche nel piccolo Molise, per uscire dall’empasse.
Valentina Ciarlante

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