413 detenuti presenti rispetto ai circa 250 posti letto regolamentari, quasi 80 in più rispetto all’anno scorso. È la situazione penitenziaria del Molise, «una situazione complessa e particolare» come la definisce il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) che nei prossimi giorni visiterà alcune strutture detentive molisane.
Spiega Luigi Frangione, segretario regionale SAPPE per il Molise: «Lunedì sarà in Regione il nostro segretario generale Donato Capece. Insieme ai vice segretari regionali Domenico Valletta e Mario Angiolillo saremo nelle carceri di Campobasso e Larino, significativamente affollate rispetto ai posti letto regolamentari. Larino, penitenziario predisposto per circa 100 posti letto, ospita oggi 209 detenuti, 164 condannati e 45 imputati. Campobasso, invece, vede presenti 153 detenuti ristretti, 126 condannati e 27 imputati. Gli stranieri complessivamente detenuti in Molise sono 136, mentre un detenuto su tre è tossicodipendente. Gli eventi critici nei nostri penitenziari sono costanti e continui: nel solo primo semestre del 2017 abbiamo contato 59 atti di autolesionismo, 5 tentati suicidi e 9 colluttazioni. Una è stata l’evasione di un detenuto dopo avere fruito di permesso premio, mentre le manifestazioni di protesta sono state 29 scioperi della sete e della fame, 3 rifiuti di vitto e terapie e 5 danneggiamenti a beni dell’amministrazione penitenziaria. Tutto questo a dimostrazione che anche in Molise la situazione delle carceri è esplosiva».
È senza appello la denuncia del SAPPE, per voce del segretario generale Donato Capece: “Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Lo diciamo da tempo, inascoltati: la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento».
Capece inoltre denuncia la correlazione tra aumento degli eventi critici nelle carceri e presenza di detenuti stranieri, che da una percentuale media del 15% negli anni ‘90 sono passati oggi ad essere quasi 20mila rispetto alle 57mila presenze. «Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine come da tempo denuncia il SAPPE- spiega -, può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili. E credo si debba iniziare a ragionare di riaprire le carceri dismesse, come l’Asinara e Pianosa, dove contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione, come nel caso accaduto a Sollicciano».
Il SAPPE sollecita infine un intervento urgente delle Istituzioni e del Ministro della Giustizia Orlando sulla situazione penitenziaria molisana: «Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso. Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della Polizia Penitenziaria sulle mura di cinta delle carceri, le telecamere ed i sistemi anti intrusione ed anti evasione spesso non funzionano, le aggressioni contro i poliziotti penitenziari sono all’ordine del giorno e questo è gravissimo. I vertici del Ministero della Giustizia devono assumere urgenti e concreti provvedimenti per fronteggiare questa grave emergenza».
Dopo il Molise, il segretario generale del SAPPE Donato Capece sarà a Sulmona, in visita alla locale scuola di Polizia Penitenziaria.

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