Le procedure in corso – gli avvisi per 140 infermieri, 2 infermieri pediatrici e 7 fisioterapisti che vogliono rientrare in Molise con la mobilità e i concorsi per la stabilizzazione delle stesse figure e con gli stessi numeri dei precari che hanno lavorato negli ospedali molisani a tempo determinato per anni – sono fatte salve. Quindi si concluderanno.
Da gennaio 2018 si parte con le stabilizzazioni automatiche previste dall’articolo 20 del decreto legislativo 75/2017, così come meglio spiegate nella circolare della ministra Madia del 23 novembre scorso.
L’Asrem provvederà al piano triennale del fabbisogno di personale. A disposizione, per nuove posizioni in organico, ci sono 4 milioni. Coloro che hanno i requisiti per la stabilizzazione – relativamente alle figure richieste – saranno assunti senza ulteriore selezione o concorso.
Tutto questo dal nuovo anno. Il cronoprogramma sarà fissato in un incontro fra azienda, sindacati e Regione per il 22 gennaio.
Intanto, i circa 300 infermieri ancora precari e i 50 medici che pure ancora hanno un contratto a tempo determinato resteranno alle dipendenze dell’azienda di via Petrella fino al 30 giugno 2018. Se a quella data le procedure non dovessero essere completate, il commissario della sanità Paolo Frattura ha già autorizzato l’ulteriore proroga al 31 dicembre 2018.
Il giorno dopo l’accordo per gli infermieri – raggiunto al termine di una due giorni che non ha risparmiato tensione (mentre per la dirigenza medica era andato tutto liscio) – i sindacati confederali si intestano la vittoria e non nascondono la guerra con gli autonomi. «Si è posto fine a quello che noi chiamiamo la “guerra dei poveri” tra chi in questi lunghi anni di precariato ha lavorato sodo per assicurare assistenza ai cittadini molisani e chi invece ha cercato di trovare lavoro presso altre aziende sanitarie di altre Regioni e che chiedevano di poter ritornare nella propria terra», sottolineano le segretarie della Fp Cgil Susanna Pastorino, della Cisl Fp Anna Valvona e della Uil Fpl Tecla Boccardo. Poi aggiungono: «Non hanno trovato spazio posizioni corporative e clientelari impersonate da taluni sindacati autonomi che sono sembrati più interessati a creare contrapposizioni fra lavoratori in diverse condizioni personali e professionali, che nel ricercare una soluzione per tutti». Bene l’accordo, dunque, che le tre sigle sostengono di aver in qualche modo costruito anche col lavoro dei nazionali che hanno consentito «l’emanazione della circolare Madia».
Un accordo, dicono, che «si basa innanzitutto sull’incremento e il finanziamento economico per ulteriori 4 milioni di euro già nel 2018, di nuovi posti in dotazione organica necessari a garantire i Lea, che saranno previsti nel piano di fabbisogno aziendale 2018-2020. Naturalmente – così i vertici delle categorie – Cgil Cisl e Uil del settore vigileranno affinché tutto sia attuato con precisione e correttezza. Attraverso la stabilizzazione si avrà più efficienza ed efficacia nelle risposte dei bisogni di salute della popolazione molisana elevandone anche la qualità».
La Triplice ne ha pure per la Regione e l’Asrem: «La stessa Amministrazione ha dovuto convenire su un percorso che, a parere di queste sigle sindacali, poteva essere iniziato già nei mesi scorsi». E Tecla Boccardo, in una nota da segretario regionale della Uil Molise su chi ha vinto e chi ha perso, affonda: «Ha pareggiato, ma di misura come sempre, l’Amministrazione che ha tenuto i numeri chiusi nei cassetti e non ha colto da subito le soluzioni possibili, che pure c’erano come si è visto. Ha pareggiato la politica molisana, che ha affrontato ieri (l’altro ieri, ndr) una vicenda che era calda da tempo. Serviva un rigurgito di orgoglio e una capacità di governare i fenomeni e smettere di farsi travolgere solo dalle emergenze».

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