In Molise il prodotto interno lordo per abitante si avvicina ai 20mila euro (19,7), la media del Mezzogiorno si attesta a quota 18mila. La variazione di Pil rilevata dall’Istat nel 2016 rispetto all’anno precedente, vede spiccare il Molise: è al secondo con un secondo posto (+2,8%), alle spalle della sola Campania (3,2).
Sono i numeri più rilevanti, riguardo alla regione, contenuti del report Istat sui conti territoriali (2016).
«Segnali di ripresa certi per l’economia del nostro Molise: ancora una volta li rileva, registra e autentica l’Istat. Abbiamo dati che ci portano in vetta alla classifica nazionale, in particolare per quanto riguarda la forbice dell’incremento dell’occupazione. Molto importante è anche il Pil per abitanti, soprattutto nel confronto con le altre regioni del Mezzogiorno», commenta il governatore Frattura.
«Dati che evidentemente seguono – spiega il presidente della Regione –, il trend positivo dell’occupazione. È nel nostro Molise che si registra il maggiore incremento d’Italia, +4,4%, in un anno. A livello nazionale la media è dell’1,3. Siamo i primi per variazione di crescita con un netto avvicinamento agli standard passati».
Per Frattura «la nuova indagine Istat, in linea con le precedenti dell’Istituto e con quelle prodotte da altri autorevoli Osservatori, mette in luce e dà forza al cambio di marcia da tempo avviato, frutto delle politiche nazionali e regionali mirate a rilanciare la nostra economia a cominciare dall’incremento dei livelli occupazionali. È la risposta che dovevamo ai tantissimi sacrifici chiesti ai nostri cittadini».
E conclude: «Senza cedere a facili trionfalismi, ne siamo soddisfatti. È il motivo principale per il quale cinque anni fa abbiamo chiesto e ottenuto la fiducia dei molisani, a dispetto delle solite voci locali che, incuranti dell’autorevolezza dei Centri Studi che riportano tali dati, sono già pronte ad arrampicarsi sugli specchi».
Sui dati Istat si è aperto subito un acceso dibattito. Per il segretario generale della Uiltucs Pasquale Guarracino, questi numeri «si scontrano con la realtà». E racconta di come «continuiamo ad incontrare ed assistere file di lavoratori che manifestano e si lamentano per la perdita del proprio posto di lavoro, rammaricati e disperati per le soluzioni promesse ma non mantenute, file di lavoratori disillusi ed umiliati, file di persone che hanno perso la propria dignità». Ad esempio, porta il caso della Biblioteca Albino: nonostante l’impegno di Frattura e del delegato Ioffredi, dice, «i cancelli della Biblioteca sono ancora tristemente chiusi, il Mibact ancora non ha garantito la tanto pubblicizzata apertura ed i lavoratori addetti ai servizi della Biblioteca sono ancora in attesa che tutto cambi, sostenuti solo dagli ammortizzatori sociali».

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