Diciotto domande, 13 quelle che hanno superato il vaglio di ammissibilità e ora sono in istruttoria. Invitalia deciderà quali progetti di investimento finanziare e in che misura con le risorse della legge 181 destinate all’area di crisi complessa del Molise.
In totale, le 13 aziende che se la giocano – fra cui Dolceamaro di Monteroduni e Pringraf di Campochiaro – hanno chiesto agevolazioni per oltre 42 milioni. A disposizione, per il bando scaduto il 18 dicembre, ci sono 15 milioni.
Presto anche la graduatoria del bando emanato dalla Regione per l’area di crisi, la riapertura dei bandi per i tirocini formativi.
«Nel frattempo un po’ d’attenzione stanno destando le opportunità a favore dei giovani previste dall’iniziativa “Resto al Sud”. E ancora non abbiamo visto nulla per quanto riguarda l’altro strumento di area di crisi non complessa che è attiva sulla costa né di Zes si è ancora cominciato a parlare concretamente: anche da questi strumenti qualcosa di buono può venire fuori», commenta la segretaria della Uil Molise Tecla Boccardo.
Quanto all’area di crisi, evidenzia però, «rischiamo di trovarci con una coperta troppo corta, con possibilità di accompagnamento delle diverse iniziative imprenditoriali inferiori a quelle che potrebbero essere le necessità (con meno soldi di quelli che servirebbero, in buona sostanza) perché nessun intento di sviluppo economico e produttivo vada sprecato. Con il bisogno che c’è, sarebbe una vera iattura. Ricordiamo però bene – prosegue Boccardo – come ministri e sottosegretari, ma anche come gli amministratori locali, avevano promesso che, se qualcosa davvero si fosse messo in moto, altre risorse sarebbero state messe in campo, trovate dove non importa. Bene, si cerchino subito nelle pieghe dei bilanci, si disegni subito una prospettiva che faccia capire agli imprenditori (quelli veri, non quelli che prendono il malloppo, spolpano l’osso e poi scappano) che guardano al Molise che nessuno resterà deluso».
È questo il momento di serrare le fila – secondo la Uil – di accelerare sulla progettazione, impiego e rendicontazione dei fondi europei, di recuperare qualche tempo perso, di coinvolgere nelle analisi e nelle valutazioni gli attori delle politiche economiche nel nostro territorio, sindacato in primis. «Sarebbe ora che anche da noi si passasse dai tavoli per affrontare le emergenze (che ancora sono tante, per carità) ai confronti sulle opportunità. Se ai giovani molisani si sollecita impegno per inventarsi un lavoro, se i meno giovani vengono invitati all’auto imprenditorialità, se ad ognuno si chiede – come è giusto ogni inizio d’anno – un po’ di coraggio e magari anche di fiducia, è necessario mettere in atto, da subito, strumenti e luoghi di assunzione di responsabilità per governare questo momento, per indirizzare le iniziative, per rafforzare i timidissimi segnali di ripresa. Solo così il 2018 può essere il vero momento di svolta. Da qui al 4 marzo (o quando sarà) – conclude la segretaria della Uil – i molisani questo vogliono dalla politica nazionale e locale: meno recriminazioni e più progettualità, meno alchimie di alleanze e più concretezza, meno conti sul passato e più ricette per il futuro».

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