A chi non capita nell’arco della settimana di ricevere una, due, tre e anche più telefonate sul cellulare dai cosiddetti call center? Accade spesso e la pratica – altrettanto spesso – risulta antipatica. Pure per via dell’insistenza degli operatori, che, dal loro canto, cercano di ‘piazzere’ prodotti e/o servizi.
L’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (Adoc) sta ricevendo in questi giorni un numero sempre crescente di segnalazioni in merito a un nuovo fenomeno di telemarketing aggressivo: l’operatore – si legge in una nota – ad inizio chiamata sbaglia, sistematicamente e volontariamente, il nome dell’intestatario dell’utenza per poi proporre offerte, bypassando anche l’iscrizione al registro delle opposizioni. Dunque – il commento dell’Associazione – un altro capitolo di disagio per gli utenti si aggiunge alla lunga lista di fenomeni di telemarketing aggressivo.
Secondo l’Adoc, la nuova pratica aggira le regole e i limiti stabiliti dal registro delle opposizioni.
«Alcuni consumatori – informano Roberto Tascini, presidente nazionale dell’Adoc, e l’avvocato Nicola Criscuoli, presidente regionale dell’associazione – ci hanno segnalato di aver ricevuto nell’arco di una settimana anche 20 telefonate da parte dello stesso operatore, diverso da quello con cui si è stipulato il contratto. All’inizio della conversazione telefonica, veniva indicato un nominativo sbagliato e sempre diverso (ad esempio: «Buongiorno signor Antonio Rossi» mentre il destinatario della telefonata è Antonio Bianchi), con seguente offerta promozionale, nonostante la contestazione dell’utente sia in ordine al nominativo sia in merito all’iscrizione della linea telefonica nel registro delle opposizioni. Al momento – ancora Tascini e Criscuoli – il fenomeno, a quanto ci risulta, è circoscritto alla telefonia fissa, sia per le vecchie utenze sia per le utenze attivate di recente. E risulta particolarmente odioso, in quanto gli operatori si fanno beffa dell’utente, trincerandosi dietro un presunto errore di nominativo, ma con l’unico fine di proporre offerte in modo aggressivo. E, così facendo, gli operatori aggirano anche i limiti imposti dall’iscrizione della linea nel registro delle opposizioni. Il fenomeno del telemarketing selvaggio e molesto è proliferato e assume sempre nuove forme: oggi un consumatore che sia intestatario di utenze, titolare di conti corrente o che abbia richiesto preventivi online, riceve in media dai 10 ai 15 contatti commerciali a settimana. Di questi, il 90% è composto da chiamate, il restante 10% da sms. Inoltre, risulta particolarmente odioso il fenomeno del recalling: il 70% dei consumatori riceve chiamate dallo stesso operatore, anche se risponde e si dichiara non interessato all’offerta. Si possono ricevere anche 5-7 chiamate settimanali dallo stesso operatore. L’unico strumento che ad oggi consente al consumatore di “difendersi” dalle offerte commerciali indesiderate è il registro delle opposizioni. Ma – affermano i vertici dell’Adoc – è uno strumento spuntato e limitato, nonostante la recente riforma che ne ha allargato il raggio di operatività».
Per questo l’Adoc, insieme a Rete consumatori Italia, aveva proposto l’istituzione del registro universale dei consensi (Ruc).
«Il Ruc sarebbe stato un nuovo strumento a tutela dei consumatori contro il marketing aggressivo e l’abuso dei dati personali, costituito da un database con l’elenco di tutti i trattamenti dei dati personali dei cittadini raccolti dalle imprese per finalità di marketing – spiega il presidente Tascini -. I consumatori avrebbero potuto accedere a tutti i trattamenti attivi ed esercitare selettivamente, su propria scelta e in qualunque momento, la revoca del consenso. E conoscere, di fatto, quali siano i soggetti a cui, nel tempo, abbiano concesso tale diritto e verificare con facilità se le telefonate, le email, gli sms e tutte le sollecitazioni commerciali pervenute da sconosciuti siano legittime o illegittime. Il cittadino riconquisterebbe così il suo diritto al consenso, mentre le imprese ritroverebbero lo spazio per un mercato più libero, sano e concorrenziale. Una riforma ad alto impatto etico e sociale, che restituirebbe a tutti dignità, tutele ed opportunità».
Per eventuali chiarimenti e informazioni gli sportelli di Adoc Molise sono aperti tutti i giorni presso la nuova sede di Campobasso alla Via Crispi 1/D, nella sede di Termoli in Via Pertini 1 e presso la sede di Isernia in Viale Dei Pentri 173/A (mail: adoc.molise@gmail.com; telefono 0874 413052).

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