L’incarico a Carlo Cottarelli ha risolto ben poco. Per ora l’ordinaria amministrazione probabilmente.
L’economista, mister spending review, tornerà presto da Mattarella con una lista breve di ministri, poi andrà alle Camere per la fiducia. Ma non avrà i numeri: M5S, Lega e Forza Italia dicono no. Quindi, se lo scenario resta questo, si andrà di nuovo alle urne a ottobre.
I 5 Stelle hanno un’altra idea, invece: attuare alcuni punti del contratto di governo messo a punto insieme alla Lega nelle commissioni e in Aula, dove insieme hanno la maggioranza. «Penso ai provvedimenti sui costi della politica, a quelli ambientali e strutturali. Possiamo far partire le commissioni e concretizzare alcuni punti del programma». È Salvini a dover decidere, ma il Capitano sembra molto lanciato verso la campagna elettorale e fa ‘pesare’ il suo ritorno a casa. Su un’alleanza con Forza Italia dice: mi hanno insultato ci penserò. Sull’ipotesi di alleanza elettorale M5S-Lega, invece, il deputato molisano Federico resta scettico: «I nostri principi sono sempre gli stessi, molti elettori non capirebbero, me per primo». Però, ammette, gli scenari sono molto cambiati.
Intanto Luigi Di Maio lancia la mobilitazione per il 2 giugno, Festa della Repubblica. Dice durante la diretta Facebook: «Organizzeremo delle manifestazioni nelle principali città italiane, delle passeggiate, dei gesti simbolici, tutto ciò che è possibile fare pacificamente per affermare il nostro diritto a determinare il nostro futuro». Probabilmente dal Molise gli attivisti andranno a Roma. C’è voglia di farsi sentire, conferma Federico.
Di Maio rilancia anche l’impeachment. Ma dai 5S molisani arriva la voce critica di Roberto Gravina. Mattarella, ragiona il portavoce a Palazzo San Giorgio, «poteva fare ciò che ha fatto, il suo non è solo un ruolo notarile ma di garante, ed il garante decide, non ratifica; anche i lavori della Costituente lo evidenziano». Però, aggiunge, «non avrebbe dovuto fare ciò che ha fatto, perché ha esautorato un voto, che per quanto possa piacere o non piacere, è comunque democratico e manifestazione del corpo elettorale». Solo che «parlare di impeachment è fuori luogo e può avere risvolti deflagratori sull’intero assetto costituzionale». Non ci sono i presupposti, ragiona, e tutte le volte che è stato avanzato e poi bocciato ha portato alle dimissioni del Capo dello Stato. Obiettivi diversi fra lui è Di Maio che invece dice proprio: «Faremo in modo che alle prossime elezioni non ci sia lo stesso Presidente».
Sul web insulti anche pesanti a Mattarella, su cui indaga la polizia. Si schiera al fianco del Presidente della Repubblica l’eurodeputato di FI Aldo Patriciello. «Sono preoccupato per la delicata fase politica in cui si trova il nostro Paese. È il momento della riflessione, della serietà, dell’impegno. Ritengo doveroso, dunque, esprimere la mia totale solidarietà al Presidente Mattarella, vittima in queste ore di una campagna di odio francamente inaccettabile. La politica è passione, certo. Ma è anche e soprattutto compromesso, mediazione, a maggior ragione se dalle urne non è un uscito un vincitore. Mattarella – osserva Patriciello – sa bene che l’Italia è uno dei Paesi più indebitati al mondo. La sua posizione è la posizione di chi ha a cuore i risparmi e i sacrifici dei cittadini italiani. Niente di più e niente di meno. Il Capo dello Stato ha semplicemente esercitato le prerogative che gli assegna la Costituzione: dimenticarlo – o peggio ancora evocare improbabili procedure di “impeachment” – è mancanza di rispetto istituzionale che si deve al Presidente della Repubblica e al buon senso politico. Invece di ragionare seriamente su quale governo dare al Paese, la sensazione è che in questi due mesi si sia preparata la prossima campagna elettorale. E questo sì che è un atteggiamento irresponsabile».

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