Il primo atto da ministra della Difesa, trasferire il marito ad altro incarico e ad altro ufficio.
Il marito in questione è Claudio Passarelli, capitano dell’Esercito e molisano che a Campobasso torna non di rado avendo qui i familiari. La ministra è Elisabetta Trenta, titolare della Difesa nel governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte. Lei è pentastellata. Di Maio l’aveva già indicata come ministro della Difesa nella squadra di governo ideale che presentò durante la campagna elettorale per il 4 marzo (e di cui il premier Conte faceva parte come ministro della Pa).
Passarelli era ufficiale addetto alla segreteria del vice direttore nazionale degli Armamenti. Trenta ne ha chiesto il trasferimento all’ufficio Affari Generali. Si tratta, fanno sapere fonti vicino al ministro, di uno spostamento richiesto «per questioni di opportunità».
L’opposizione aveva accusato di conflitto di interessi la ministra. In particolare, il deputato Pd Michele Anzaldi aveva definito Passarelli «un alto dirigente del ministero» e sostenuto che Trenta fosse in conflitto di interessi perché in passato presidente della SudgestAid, società senza scopo di lucro che il settimanale francesce Le Point ha indicato come operativa nel reclutamento «di mercenari in Medio Oriente».
Con un post su Facebook sul suo primo giorno di lavoro al dicastero la ministra ha risposto: «Non ho perso occasione per spegnere ogni sterile polemica promossa in queste ore da alcune forze politiche. Nonostante mio marito, il capitano Claudio Passarelli, non si sia mai occupato infatti di armamenti, a differenza di quanto scritto invece da alcuni organi di stampa, ho comunque chiesto il suo trasferimento agli Affari Generali, retto da un dirigente civile, che sovrintende alle esigenze organizzative e logistiche del funzionamento del segretariato generale. Il M5S lavora in questo modo, con trasparenza e coerenza, al di sopra di ogni più piccolo – ed ingiustificato come in questo caso – sospetto».
Per Anzaldi «la decisione è la conferma che le nostre denunce di conflitto di interessi erano pienamente fondate, sebbene siano state accolte nel totale silenzio del premier Conte, dei vice Di Maio e Salvini e dei maggiori esponenti M5s, a partire da Grillo e Di Battista». Il parlamentare dem insiste: «Siamo di fronte ad un semplice palliativo che serve a confondere ancora di più le acque: la ministra faccia chiarezza sui suoi rapporti con il settore privato della guerra, sulle attività di reclutamento di mercenari da parte della società per cui lavora da 21 anni e sui suoi rapporti con i servizi segreti».
Opposto il commento del deputato M5S Antonio Federico. «Gianroberto Casaleggio diceva: al minimo dubbio nessun dubbio. Ecco, parafrasando lui, Elisabetta Trenta ha voluto andare anche oltre il minimo dubbio che comunque non c’era».
Conflitto d’interessi, opportunità. Questione antica. La moglie di Cesare, scriveva Plutarco nel decimo capitolo della Vita di Giulio Cesare, «deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta».
r.i.

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