Misura universale di contrasto alla povertà, il reddito di inclusione, da qualche giorno possono richiederlo tutti coloro che hanno i requisiti economici, indipendentemente da quelli familiari prima previsti. Il Rei è composto da un beneficio economico mensile (da 187 a 539 euro il range previsto in base al numero dei componenti del nucleo familiare, da 1 a 6 o più) erogato attraverso una carta di pagamento elettronico e da progetto di inclusione sociale e lavorativa per superare lo stato di povertà che legittima l’istanza di aiuto allo Stato.
Fin qui, tutto bene. Tutto scorre. Se non fosse che non proprio tutto scorre. Il Rei ha sostituito dal 1 gennaio 2018 il Sia (sostegno all’inclusione attiva) e l’assegno di disoccupazione. Le domande per la nuova misura potevano essere presentate dal 1 dicembre 2017 nel Comune di residenza o all’Ambito sociale competente. «Ho fatto domanda a dicembre 2017 e le domande risultano ancora in lavorazione», segnala una donna alla redazione. Come è possibile, si chiede e chiede. Altre segnalazioni, ripetute in questi giorni, vanno nella stessa direzione lamentando e sospettando l’inerzia degli uffici. Come è possibile, allora?
La domanda la facciamo all’Inps. Da cui scopriamo che, innanzitutto, la signora e gli altri che hanno interessato la redazione dopo di lei sono purtroppo in buona compagnia: decine di migliaia in tutta Italia le domande che come la sua sono tuttora “in lavorazione”.
Il Sia prevedeva requisiti e procedimenti diversi, la trasformazione in Rei non è stata semplice come schioccare le dita. «Sono cambiati regole, requisiti e procedure, che sono più complesse. E le procedure non sono ancora pronte. Certo, compete all’istituto approntarle, è una cosa a cui non sfuggiamo. Ma non ci sono errori», spiega il dirigente delle Prestazioni dell’Inps regionale del Molise. Le pratiche che risalgono al periodo di passaggio fra le due misure, ribadisce, sono ancora ferme perché le procedure non sono ancora state approntate. Dipende dal sistema, però chiarisce: il fascicolo della signora – e delle migliaia di persone nella sua stessa condizione – non è sul tavolo di un impiegato a prendere polvere. Anche perché la procedura è tutta telematica. Si fa domanda al Comune o all’Ambito, che inseriscono tutto online, anche la dichiarazione sulla situazione economica (l’Isee), dopo una serie di controlli che competono a questi enti front office per il Rei. Poi la pratica viene lavorata, prosegue il dirigente Inps, e le verifiche sono sempre telematiche e non manuali. Quando tutto si conclude con esito positivo, sempre per via telematica c’è la comunicazione alle Poste che provvede con una carta prepagate.
«Una modifica procedurale purtroppo non si fa dall’oggi al domani», ancora Reale. Che aggiunge pure che il 90% delle prestazioni sono state erogate regolarmente.
I periodi di interregno sono sempre caotici, a chi ha presentato domanda di reddito di inclusione a dicembre l’interregno sta costando mesi di attesa che, evidentemente, aggiungono disagio a quello già patito finora.
Sui tempi ulteriori di attesa, l’Inps regionale non fa previsioni.
E dal 1 giugno la platea di beneficiari potenziali si è ampliata. Non è più richiesta nel nucleo familiare la presenza di un minorenne, di una persona disabile, di una donna in gravidanza, di un disoccupato ultra 55enne. Bastano un Isee non superiore a 6mila euro, un valore Isre non superiore a 3mila euro, un patrimonio immobiliare (diverso dalla casa di abitazione) non superiore a 20mila euro e un patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti) non superiore a 10mila euro (ridotto a 8mila per la coppia e a 6mila per la persona sola).
Se la causa del ritardo sta nel fatto che cambiare una legge è più facile e rapido che approntare le procedure telematiche per attuarla, c’è da sperare che il Rei non cambi ulteriormente. Il reddito di cittadinanza ha più o meno la stessa ratio di quello di inclusione. Una nuova riforma sconterebbe gli stessi ritardi nella realizzazione delle procedure telematiche. Il premier Conte ha dichiarato che sarà introdotto solo dopo la riforma dei Centri per l’impiego. A questo punto, meno male. Magari, un periodo di ‘prova’ per l’Inps e gli enti coinvolti lavorando su domande solo ipotetiche per rodare la macchina non sarebbe sbagliato.
Perché chi chiede allo Stato un sussidio non ha di che altro sostentarsi. E del Rei ha bisogno quando lo chiede, non “fra sei mesi” o un anno.
ritai

11 Commenti

  1. Sonia scrive:

    Salve a qualcuno di voi la situazione e cambiata a parte 2 mesi dell anno scorso nn ho percepito più niente mi devono da maggio a quest anno aprile 2019 i mesi entrano in lavorazione ma accettati ma nn pagati qualcuno mi ha detto che gli e stato riferito che hanno finito i fondi

  2. Stella scrive:

    denunciate all’ispettore della funzione pubblica.
    io è da aprile che aspetto i soldi.
    Denunciate tutti!

  3. vittorio scrive:

    Non ricevo più nulla da settembre, ma cosa sta succedendo? è vergognoso e mi vergogno di essere un Italiano.

  4. Desirèe scrive:

    Ho fatto domanda a Giugno 2018 ed è stata accettata ma ho ricevuto solo un pagamento (Luglio 2018) e ad oggi, Ottobre 2018 non ho ricevuto più nessun pagamento. Ho chiamato tutti i numeri possibili immaginabili, INPS, Centro per l’impiego, Comune. NESSUNO mi sa dare risposta sul perchè i pagamenti non sono più avvenuti. Un impiegato dell’INPS mi ha detto che i pagamenti da Roma non sono ancora stati sbloccati, un altro mi ha detto che avrei dovuto attendere 2 settimane, un altro che entro fine ottobre si sbloccherà. Trovo vergognoso che questa notizia non risalti sulle prime pagine o nelle trasmissioni tv, cioè che il REI NON FUNZIONA! I PAGAMENTI NON CI SONO!

  5. Pietro scrive:

    Io ho lo stesso problema ho presentato la domanda a dicembre ero possessore di carta SIAE sono passato a Rei mi hanno pagato solo il mese di gennaio pagamento a marzo e da allora non ho ricevuto più niente mi mancano attualmente ancora cinque rate ,la domanda risulta ancora in lavorazione come devo comportarmi non so più dove rivolgermi.

  6. Povero scrive:

    Oggi è il 9 agosto 2018, ho fatto domanda Rei l 6 dicembre 2017, ancora è in lavorazione, che bisogna fare?

  7. Loredana scrive:

    Io a Giaveno (to) ho fatto domanda a dicembre ed a oggi non ho ancora ricevuto niente vergogna

  8. Cristina Cabai scrive:

    Anch’io attendo la carità statale da sei mesi. A Udine ci raccontano ogni volta una cosa diversa (il mese prossimo, non prima della metà di luglio, ora non prima della fine di luglio) Da quando le competenze son passate dalla regione all’INPS i soldi son spariti….

  9. Patanè Rosaria scrive:

    Io ho presentato la domanda 3 mesi fa ed ancora non ho ricevuto alcuna risposta. Ho chiamato qualche volta all’inpis e l’operatore mi risponde che è in lavorazione. Mi chiedo se fanno a sorteggio perché ad alcune persone di mia conoscenza entro un mese le è arrivato il tutto mentre x altri ci impiegano mesi e mesi. O forse non si avrà mai una risposta

  10. cristina scrive:

    leggendo questo articolo interessante mi chiedo…xche allora visto che le procedure sono lunghe prima di espandere la carta ad una platea più grande ,non finivano dando esito alle famiglie che aspettano da dicembre? mettete sempre leggi e requisiti nuovi ma non pensate che presentare domanda e x una necessita e che quindi lattesa e pesante. anche perché qualora lesito sia negativo abbiamo tempo x ripresentarla con i nuovi criteri. grazie

    • matteo scrive:

      l avevo pensato anche io come te, e da dicembre che aspetto e solo a giugno ho ricevuto gennaio.
      mi mancano il resto dei mesi , vorrei sapere quando me li daranno.

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