L’Asrem ha bisogno di assumere personale. Mentre per i medici tutto è filato liscio, il dossier infermieri è rimasto fermo per qualche mese. Né avanti né indietro, le procedure avviate a novembre dall’azienda sanitaria sono rimaste nel limbo. Ieri la svolta: il Tar ha respinto il ricorso di alcune decine di precari, infermieri che hanno lavorato negli ospedali molisani a tempo determinato, che chiedevano di annullare tutto e procedere in base alla nuova circolare Madia che facilita l’assunzione di chi ha i requisiti: senza concorsi e senza poter ricorrere, quindi, alla mobilità.
Cosa che invece l’Asrem aveva fatto a novembre. Centinaia i professionisti che prestano ancora servizio in ospedali fuori regione e che nella finestra che si era aperta (e anche chiusa perché l’avviso era scaduto e bisognava solo vagliare le domande) per via dell’okay del tavolo tecnico, spuntato dall’ex governatore e commissario Frattura, al piano straordinario di assunzioni avevano visto e vedono ancora la speranza di tornare a lavorare nella propria terra. Nel procedimento davanti al tribunale amministrativo si sono costituiti con l’avvocato Massimo Romano.
Gli altri precari, alcuni sono stati difesi dall’avvocato Domenico De Angelis e Bice Antonelli, sostengono che le misure della Madia, diverse e più orientate alla stabilizzazione tout court di chi ha lavorato nel posto che ‘stabilizza’, prevalgano nel caso concreto.
Il collegio presieduto da Silvio Ignazio Silvestri ha invece stabilito che Regione e Asrem hanno utilizzato una procedura corretta. I posti da coprire sono 280, 140 attraverso la mobilità extraregionale e altrettanti con nuovi concorsi per la stabilizzazione dei precari. A monte, c’è un accordo con i sindacati. E quando gli atti contestati sono stati adottati non era in vigore la circolare Madia richiamata dai ricorsi. Non c’è quindi, in base a quel quadro, un diritto alla stabilizzazione che prevale.
Soddisfatti, naturalmente, gli infermieri che lavorano fuori. Hanno fondato anche un comitato in questi mesi per sostenere le loro ragioni, si chiama “infermieri che lottano”. Soddisfatto il legale di una trentina di loro, Massimo Romano. «Diffideremo ad horas l’Asrem a dare corso alle procedure, nell’interesse di chi ha vinto la causa ma anche e soprattutto nel preminente interesse pubblico». La mancanza di personale è, infatti, una delle criticità più importanti della sanità regionale e mai si conclude l’iter della prima fase di assunzioni mai si potrà aprire una seconda fase che, a questo punto, potrà utilizzare direttamente le nuove disposizioni della legge Madia.

r.i.

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