Cortocircuito nella Lega molisana. Il partito provinciale di Campobasso contro la Tgr, il coordinatore regionale Luigi Mazzuto si schiera a favore della redazione giornalistica e la capogruppo di Palazzo D’Aimmo – che è anche segretaria del Carroccio in provincia di Campobasso – gli risponde a muso duro.
Possibile che uno scontro con un organo di informazione, per quanto fastidioso e per quanto la testata sia della Rai, abbia provocato un tale terremoto interno? Se non è impossibile è inverosimile perché non è la prima volta che i due esprimono pareri del tutto differenti. Senza dimenticare la querelle per l’assessorato nella giunta Toma, assegnato a Mazzuto su indicazione di Salvini ma dopo una lotta intestina serrata da parte di Romagnuolo e dei suoi.
UN FINE SETTIMANA DA RICORDARE. Il ‘tranquillo weekend di paura’ della Lega comincia venerdì. Il Cdr della testata giornalistica regionale della Rai rende noto un episodio accaduto qualche giorno prima: dalla segreteria provinciale del Carroccio è arrivata nella redazione di contrada Colle delle Api una nota che lamenta il mancato inserimento delle dichiarazioni di Aida Romagnuolo, da capogruppo del partito in Consiglio regionale, in un servizio sulla chiusura dei punti di primo intervento di Larino e Venafro. La nota chiude con una frase che evoca il leader nazionale – letteralmente, come riportato dal Cdr Rai, «vogliamo evitare di portare all’attenzione del ministro Matteo Salvini, la notizia di questi spiacevoli episodi» – e scoppia il caso. Non bastano le spiegazioni telefoniche, né i colloqui informali. La Tgr respinge l’accusa: le dichiarazioni della capogruppo leghista sono riportate in altre edizioni e in servizi che danno conto del dibattito politico sul tema. Il Cdr propone un incontro chiarificatore, ma dalla Lega non arriva disponibilità concreta. Così, dopo qualche giorno la vicenda diventa di dominio pubblico con tanto di condanna da parte di Usigrai, Fnsi e Assostampa. Che insieme ai colleghi della testata regionale della Rai parlano di atto intimidatorio.
IL CARROCCIO DI CAMPOBASSO VUOLE PRIVATIZZARE MAMMA RAI. Altrettanto dura, sabato mattina, la replica della Lega di Campobasso: «Siamo al ridicolo, alla macelleria dell’informazione, ai frequenti colpi di sole dovuti molto probabilmente più che al calore, ai lauti stipendi dei giornalisti della redazione del Tgr Molise, soldi pubblici per intenderci, soldi dei cittadini, il nostro sudore che regolarmente viene versato come canone, sulla bolletta della corrente elettrica. Per questo noi della Lega provinciale di Campobasso staremo sempre e comunque dalla parte dell’informazione privata, di quei giornalisti che buttano il sangue nelle redazioni locali per portare il meritato pane a casa. La redazione della Rai Molise, che annovera fior di professionisti e bravi padri e madri di famiglia, ha avuto l’abilità e la sfacciataggine di tacciarci di tutto di più solo perché avremmo osato dire che, dei disservizi della testata giornalistica operante in Molise ne avremmo informato il nostro segretario nazionale Matteo Salvini. Ebbene, che male c’è? Qual è il reato commesso dal Coordinamento Provinciale della Lega Campobasso. se la segreteria regionale dell’Usigrai Molise ha qualche problema, con chi ne parla se non con il suo segretario nazionale Vittorio Trapani?». Quindi, i leghisti tirano dritto: «Non abbiamo leso l’onore o la dignità di chicchessia e poi, a chi dovremmo chiedere scusa? Lo abbiamo tra l’altro già fatto per telefono, all’eccellente e ottimo caporedattore Fiume, persona sensibile e seria e a un rappresentante della redazione». Critiche anche al presidente di Assostampa Di Pietro – «invece di difendere alcuni giornalisti molisani sfruttati e sottopagati appare una volta all’anno miracolosamente solo per fare il censore e dare inopportune lezioni» – e una chiosa più chiara della formula usata nella nota alla Tgr: «La Rai deve essere privatizzata, i cittadini non devono più pagare il canone visto che produce solo disinformazione. Ovviamente, confermiamo che ci incontreremo con Salvini e parleremo anche di questo».
LO SCONTRO INTERNO. Supera lo scontro con la tv di Stato, però, quello interno. Perché all’Ansa il coordinatore regionale Luigi Mazzuto «condanna fermamente» l’episodio ed esprime «massimo rispetto per il mondo dell’informazione e per i giornalisti del Molise, con cui la Lega regionale ha avuto e ha da sempre un ottimo rapporto. La libertà di stampa va sempre difesa e salvaguardata. Lo dico da cittadino, da rappresentante politico e da appartenente al mondo dell’informazione. La Lega sta crescendo ovunque, anche nella nostra regione, perché dimostriamo di essere il partito della gente e del buonsenso. Episodi come questi, purtroppo, nuocciono al movimento, mettono a disagio noi dirigenti, ma anche i militanti, che non si riconoscono nelle prevaricazioni e nelle imposizioni. Mi adopererò, nelle prossime ore, per superare lo spiacevole episodio con la redazione Rai e con il sindacato regionale dei giornalisti».
Quasi immediata la risposta della capogruppo. Che rinvia al mittente la ferma condanna e rilancia: «Mazzuto avrebbe dovuto prima difendere me e poi condannare la Rai e il sindacato regionale dei giornalisti e non viceversa. Non comprendo questa sua posizione, per davvero, considerato che a nuocere la Lega nel Molise è l’immobilismo e la facilità di condannare senza conoscere i fatti». Rivela poi di aver ricevuto attestati di vicinanza da dirigenti leghisti e anche da giornalisti (anche lei è iscritta all’Odg e lo rivendica, a proposito) e conclude: «Caro Mazzuto, facciamo parte della stessa squadra, dello stesso partito, dobbiamo difendere insieme la Lega, abbiamo il dovere di stare insieme ma anche il diritto di poter contestare autonomamente chi fa del male alla Lega. Ovviamente, non mi farò mai imbavagliare né da te né da nessuno».
r.i.

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