Il Molise fra le regioni in cui è più alto il tasso di violazione delle norme sul trattamento delle acque reflue e quello di abusivismo.
Il giorno dopo la pubblicazione del rapporto Ecomafie 2018 di Legambiente è l’Istat a fornire la mappa dei reati ambientali in base ai dati delle procure. L’Istituto mette a confronto i numeri del 2016 (o in alcuni casi 2015 perché evidentemente gli ultimi disponibili) e quelli di dieci anni prima.
In linea generale, l’aumento delle norme a tutela dell’ambiente e la maggiore attenzione ai temi ambientali hanno trovato corrispondenza in un maggior numero dei procedimenti presso le procure: sono passati dai 4.774 del 2007 (il Testo unico dell’ambiente è del 2006) ai 12.953 del 2014. Nel 2016 sono scesi a 10.320.
Il numero maggiore di procedimenti si registra al Sud e nelle Isole (47,7% dei procedimenti penali nel 2016), al Nord sono pari al 30%.
Sempre nel 2016, la maggior parte delle violazioni contestate riguarda la gestione dei rifiuti (8.792 procedimenti) e delle acque reflue (1.636). Sono invece 170 i procedimenti per il trasporto non autorizzato di rifiuti e 164 quelli per il traffico organizzato dei rifiuti. In calo, rispetto al 2013, le azioni penali avviate per traffico organizzato di rifiuti (da 105 a 58). Aumentano, invece, i procedimenti per incenerimento dei rifiuti (di più al Sud e in particolare in Campania, Sicilia e Calabria, ma incrementi si sono avuti anche nel Lazio e mentre al Nord crescono in Piemonte e Lombardia).
Pure la durata media delle indagini tendenzialmente aumenta: nel 2015 è stata di 457 giorni, in aumento di quasi il 30% rispetto al 2010.
Passando alle violazioni edilizie, sono scese del 55,9% tra il 2006 e il 2016 (10.277 i procedimenti contro autori noti per cui inizia l’azione penale nel 2016, erano 23.323 nel 2006). Quelle in tema di gestione delle acque reflue e lottizzazione abusiva con mancato rispetto del vincolo paesaggistico colpiscono in particolare i comuni costieri. È coinvolto il 69,1% dei comuni litoranei rispetto al 14,8% di quelli non litoranei. Le regioni più interessate sono la Campania, il Lazio e la Basilicata con rispettivamente il 92%, l’88% e l’86% dei comuni interessati.
Sono ancora in numero elevato i reati relativi agli incendi boschivi a carico di ignoti (3.579 nel 2015), mentre risultano stabili nel tempo i procedimenti contro autori noti (500 nel 2015).
Fin qui il quadro territoriale complessivo.
Il Molise, dunque, si fa notare – e non è un bene – prima di tutto nel capitolo dedicato alle violazioni delle norme sulle acque reflue (urbane, domestiche e industriali). Il tasso più alto in Basilicata: 6,4 reati ogni 100mila abitanti. Seguono, con valori superiori a 3 per 100mila, il Molise, il Lazio, l’Abruzzo e la Calabria. Al secondo posto, quindi, il Molise con un tasso di 3,5 reati ogni 100mila abitanti, 11 in numeri assoluti, che interessano il 5,9% dei comuni della regione e coinvolgono il 7,2% della sua superficie.
La regione con la maggior incidenza di casi sulla popolazione coinvolta dal fenomeno dell’abuso edilizio e violazione del vincolo ambientale è la Sardegna (dati 2015). È seguita a distanza da Campania, Molise e Lazio. Il tasso di lottizzazione abusiva in Sardegna è 24,6 per 100mila abitanti, in Campania 17,3. In Molise è 13,8 per 100mila abitanti, 43 i reati (procedimenti per cui le procure hanno avviato l’azione penale), che interessano il 17,6% dei comuni della regione e il 18,4 della sua superficie.

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