Annunciato da più parti, politiche e geografiche, e per i motivi più vari il ricorso contro la nuova legge elettorale del Molise arriva dalla costa. Ci sta lavorando Laura Venittelli, «da avvocato e cittadino», spiega a Primo Piano.
L’ex deputata del Pd lo aveva detto anche in una conferenza stampa: i punti che non la convincono della riforma approvata a novembre dall’allora maggioranza di centrosinistra sono diversi, ora ha deciso di portare la questione davanti al Tribunale di Campobasso.
«Sì – dice Venittelli confermando le indiscrezioni circolate -, sto studiando da un mese la normativa e sto materialmente redigendo un ricorso. Insieme a me firmerà l’istanza un gruppo di cittadini che condividono le mie censure. Anzi, approfitto delle vostre colonne per un appello ai molisani a firmare e unirsi alla nostra azione».
Cosa non va nella legge elettorale? Principalmente, l’incompatibilità introdotta fra l’incarico di assessore e la carica di consigliere. I consiglieri ‘a tempo determinato’, ‘a termine’ – in particolare – sono anche considerati da Venittelli consiglieri ‘non dovuti’. Giuridicamente, la censura riguarda il rispetto, mancato rispetto a suo parere in questo caso, del voto libero, uguale e immediato. Il Consiglio regionale uscito dalle urne non è quello che oggi siede a Palazzo D’Aimmo: ci sono quattro componenti in più, i primi dei non eletti che hanno preso il posto di quattro assessori (tutti tranne nel caso di Mazzuto che è esterno). Inoltre, evidenzia l’avvocatessa termolese, i consiglieri supplenti non sono pienamente liberi: «Il loro mandato può terminare perché ci ripensa il presidente e revoca la nomina dell’assessore, o ci ripensa l’assessore e si dimette dall’esecutivo tornando a occupare il suo posto in Assise». C’è un condizionamento reciproco che ha poco a che fare con la democrazia e la formazione delle assemblee legislative, rimarca Venittelli.
Ma fondamentalmente «i molisani hanno scelto un Consiglio regionale e se ne ritrovano un altro». Anche altre Regioni, negli anni passati, avevano tentato di introdurre i consiglieri supplenti. Con scarsi risultati, anzi nulli. Ci provò la Calabria, poi l’Umbria. Da Roma il visto alla legge fu negato. Al Molise, invece, non è stato eccepita l’incostituzionalità dell’articolo sull’incompatibilità fra i membri del potere esecutivo e quelli del legislativo. E neppure in Lombardia, le uniche due Regioni in Italia ad avere i consiglieri supplenti. «Che, ricordiamolo, fanno lievitare anche i costi della politica», aggiunge l’ex deputata dem.
Altri punti secondo lei dolenti riguardano il premio di maggioranza e il collegio unico.
Presto, prima delle ferie di agosto, dovrebbe essere depositato il ricorso. Aumentando la ‘temperatura’ interna di Palazzo D’Aimmo. Diventerà abbastanza calda, nonostante i condizionatori.
ritai

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