Un’altra maglia nera per il Molise. Il triste primato lo assegna l’Istat che nei giorni scorsi ha pubblicato il report 2017sugli incidenti stradali. Nello specifico, nella nostra regione sono aumentate le vittime della strada: il Molise presenta infatti il tasso di mortalità più alto d’Italia, pari a 8,7 morti per 100mila abitanti, con un incremento rispetto al 2016 del 58,8%.
Mentre la media nazionale è di 5,6 vittime di incidenti stradali su 100mila abitanti. L’anno scorso hanno perso la vita sulle strade molisane 27 persone (10 in più rispetto al 2016), mentre 767 sono rimaste ferite.
Tra il 2010 e il 2017, invece, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Sicilia e Lombardia hanno registrato una riduzione del numero di vittime tra il 39 e il 25%; Veneto, Lazio, Puglia, Sardegna e Piemonte tra il 25 e il 15%; Abruzzo, Toscana, Marche, Emilia Romagna, Campania tra il 15 e il 5%. Il numero di morti sulle strade è invece rimasto stabile (rispetto al 2010) nelle Province autonome di Trento e Bolzano-Bozen.
Tra i fattori che incidono pesantemente sull’aumento dei sinistri c’è sicuramente il mancato rispetto delle norme del Codice della strada da parte degli automobilisti (come la velocità elevata, infrazioni e sorpassi azzardati). Secondo il dirigente della Polizia Stradale Marco Graziano – intervistato negli studi di Tgr Molise – inoltre le nostre strade sono datate e non idonee al transito dei mezzi pesanti. Le più pericolose sono sicuramente le strade Statali, dove la Polizia ha incrementato i controlli soprattutto nel fine settimana: strade strette, senza doppia corsia, con curve pericolose e troppe intersezione per i paesi.
Tornando al report dell’Istat, nel 2017 sono stati 174.933 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, in leggero calo rispetto al 2016, con 3.378 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento) e 246.750 feriti.
Il numero dei morti torna a crescere rispetto al 2016 (+95 unità, pari a +2,9%) dopo la riduzione registrata lo scorso anno.
Tra le vittime sono in aumento i pedoni (600, +5,3%) e soprattutto i motociclisti (735, +11,9%) mentre risultano pressoché stabili gli automobilisti deceduti (1.464, -0,4%); in calo ciclomotoristi (92, -20,7%) e ciclisti (254, -7,6%).
Rispetto all’anno precedente gli incidenti e i feriti registrano una lieve diminuzione (-0,5% e -1,0%). Stabile il numero dei feriti gravi: sulla base dei dati di dimissione ospedaliera nel 2017 sono stati 17.309, valore pressoché analogo a quello del 2016 (-0,1%). Il rapporto tra feriti gravi e deceduti è sceso a 5,1 da 5,3 dell’anno precedente. Il tasso di lesività grave sulla popolazione residente è di 28,6 feriti gravi per 100mila abitanti (40,1 per gli uomini e 17,7 per le donne).
Sull’aumento del numero di morti in Italia incide soprattutto quello registrato su autostrade (comprensive di tangenziali e raccordi autostradali) e strade extraurbane (296 e 1.615 morti; +8,0% e +4,5% sull’anno precedente). Un aumento più contenuto si registra, invece, sulle strade urbane (1.467 morti; +0,3%). Nei grandi Comuni si rileva una tendenza opposta, con una diminuzione del 5,8% del numero di vittime nell’abitato.
Nell’Unione europea, il numero delle vittime di incidenti stradali diminuisce nel 2017, seppure in misura contenuta (-1,6% rispetto al 2016): complessivamente, sono state 315 contro 25.720 del 2016. Nel confronto tra il 2017 e il 2010 (anno di benchmark della strategia europea per la sicurezza stradale) i decessi si riducono del 19,9% a livello europeo e del 17,9% in Italia. Ogni milione di abitanti, nel 2017 si contano 49,7 morti per incidente stradale nella Ue28 e 55,8 nel nostro Paese, che scende dal 14° al 18° posto della graduatoria europea.
Tra i comportamenti errati più frequenti vi sono la distrazione alla guida, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (nel complesso il 40,8% dei casi). Le violazioni al Codice della Strada più sanzionate risultano l’eccesso di velocità, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e l’uso di telefono cellulare alla guida.
Nel 2017 le prime iscrizioni di veicoli aumentano del 7% rispetto all’anno precedente mentre il parco veicolare cresce dell’1,7%. Le percorrenze autostradali sulla rete in concessione crescono del 2,2% rispetto al 2016, con quasi 84 miliardi di chilometri percorsi.

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