Nei Comuni alle prese con vincoli di bilancio sempre più stringenti è difficile perfino curare la manutenzione del patrimonio urbano. Tra riforme a metà e rimpalli di competenze (si pensi a quel che è avvenuto per le Province), inoltre, anche la promozione dei beni culturali o archivistici cede il passo. Non ci sono risorse sufficienti ad assumere personale, si impoverisce sempre più l’offerta di servizi della Pa. Allo stesso tempo aumenta il numero di disoccupati che ormai non hanno più nemmeno gli ammortizzatori.
I progetti di pubblica utilità potrebbero dare un boccata d’ossigeno a enti e disoccupati. L’avviso approvato lunedì 30 luglio dalla giunta regionale prevede una dotazione di 1 milione e 750mila euro: servono a finanziare attività di sei mesi (prorogabili solo per altri sei) che reimpieghino, ad esempio, gli ex operai dello Zuccherificio e i tanti altri che in Molise sono nelle loro condizioni. La giunta Toma punta su questa misura per concretizzare un cambio di passo: dal sostegno al reddito di chi ha perso il lavoro al reinserimento occupazionale – seppure temporaneo – naturalmente retribuito.
Comuni, enti pubblici e del ‘Sistema Molise’ – quindi Arsarp, Molise Acque, Molise Dati e le altre società partecipare regionali – possono chiedere il finanziamento di interventi straordinari e temporanei che riguardano la valorizzazione del patrimonio ambientale (tutela idrogeologica, bonifica delle aree industriali dismesse, bonifica amianto), di quello pubblico urbano, extraurbano e rurale, dei beni culturali, l’allestimento di mostre di prodotti e oggetti del territorio ma pure il recupero di beni archivistici e attività di tipo sociale a carattere temporaneo.
Per realizzare i progetti, poi, dovranno utilizzare disoccupati residenti in Molise che abbiano esaurito la copertura degli ammortizzatori o ne siano sprovvisti e che siano stati interessati da licenziamenti collettivi (ma non quelli per giusta causa) o da cessazione del rapporto di lavoro. Li selezioneranno con procedure ad evidenza pubblica e in base ai seguenti criteri: possesso dei requisiti, priorità agli over 40, residenza nel Comune o nei Comuni limitrofi distanti non più di 30 chilometri dalla sede di svolgimento dell’attività, Isee e numero di familiari a carico. A parità di requisiti, la spunta chi ha più familiari a carico. La quota massima finanziabile dalla Regione per ogni soggetto è di 6.500 euro.
È obbligatorio, per l’ente che presenta il progetto, prevedere una riserva di posti (almeno il 50%) per chi ha perso il lavoro nel periodo che va dal 1 gennaio 2018 alla data di scadenza per la presentazione delle domande di candidature. Inoltre, il finanziamento della Regione è relativo a un numero massimo di disoccupati reimpiegati, numero che varia in base alla popolazione del Comune. Nei centri fino a 5mila abitanti, è pari a 15; sale a 50 per i comuni da 5mila a 30mila abitanti; poi a 70 per le città da 30mila a 50mila abitanti; nei centri più grandi, da 50mila a 100mila abitanti, è pari a 100.
I progetti saranno presentabili, si legge nell’avviso allegato alla delibera, dal giorno successivo alla pubblicazione del bando sul Burm e fino al sessantesimo consecutivo.

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