Le tv molisane e abruzzesi e diverse altre emittenti di tutto il territorio nazionale protestano contro le nuove norme sul riparto delle risorse all’emittenza locale.
Il provvedimento assegna il 90% dei fondi alle regioni più popolose, segnando così la fine delle imprese dei territori più piccoli. Il Molise, se non cambiano le cose, è condannato – come sempre più spesso accade -dalle sue dimensioni.
Se i numeri decidono l’accesso ai diritti – da quello alla salute a quello a una corretta e completa informazione, senza contare le ripercussioni sul diritto al lavoro – allora la XX Regione e chi ancora ‘eroicamente’ ci vive e lavora rischiano di essere spacciati.
In questa nuova battaglia scende in campo l’Assostampa che esprime preoccupazione sul riparti dei fondi statali alle tv locali private e afferma che la graduatoria è stata redatta su scala nazionale e non a livello regionale, penalizzando le televisioni private che, sebbene siano le più seguite nei propri territori, non possono vantare bacini di utenze di milioni di persone.
«È evidente che – commenta il presidente di Assostampa Molise Giuseppe di Pietro -, questo sistema, non favorisce il pluralismo informativo e lo concentra in poche televisioni; discrimina le regioni più piccole che saranno private delle fonti giornalistiche locali e penalizzate in termini di posti di lavoro.
Contro questo scenario, prospettato dall’esecutivo di centro sinistra e, a quanto sembra, accettato anche dal Governo in carica, bisogna fare fronte comune.
L’Associazione della stampa del Molise – conclude – invita la delegazione parlamentare, la Regione, gli enti locali, le forze sindacali a mobilitarsi. Per quanto ci riguarda, attiveremo i canali della categoria e promuoveremo, assieme alle aziende, incontri con le istituzioni per contrastare un ulteriore attacco alle aree più deboli del Paese».

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