Stavolta non è andata ‘di lusso’. Un miracolo che l’incidente di Bologna abbia fatto una sola vittima, il miracolo non si è ripetuto a Genova.
Il crollo del ponte Morandi provoca una strage che chiude il Ferragosto italiano prima che cominci, chi ha più voglia di festeggiare sapendo che puoi transitare su un ponte che sta lì da 50 anni, da sempre, e che improvvisamente vada tutto giù. Il ponte, le campate, la tua macchina, la tua vita: tutto schiacciato, finito. Alle 20 i morti ufficiali sono «almeno 35», un bilancio destinato a salire.
Incuria, mancata o cattiva manutenzione, un fulmine: sulle cause ci sono indagini della magistratura e della società Autostrade.
Immancabile, purtroppo, lo scaricabarile, lo scambio di accuse, la gogna pubblica. In Molise, nel caos emotivo che un disastro del genere provoca forse non c’è una sola persona che non abbia pensato ieri al ponte sulla diga del Liscione. Progettato negli anni ’50 e costruito in una decina di anni, quando il traffico era decine di volte inferiore a quello di oggi. Oggetto, nel Patto del Molise, di un intervento di riadeguamento. Più in generale, il masterplan siglato dalla precedente amministrazione Frattura e dal governo Renzi, prevede lo stanziamento di 5 milioni per il collaudo e la messa in sicurezza della diga. Lo stanziamento è stato poi corretto perché contenuto anche nel piano operativo delle infrastrutture. La decisione è di gennaio, l’attuale assessore Vincenzo Niro ricorda oggi come lui all’epoca criticò la riprogrammazione.
Due, comunque, le opere che fanno paura in Molise dopo Genova: il ponte Liscione e il ponte Gamberale sulla Trignina. Su quest’ultimo, numerose le polemiche anche recentissime. Evidente, al di là delle polemiche, la necessità di manutenzione. A febbraio l’Anas ha appaltato lavori per circa 3 milioni: consolidamento e risanamento delle strutture portanti e accessorie gli interventi da realizzare. I lavori sono stati consegnati il 20 giugno, il termine è previsto a maggio del 2019.
Le tre Fondovalli principali del Molise – Biferno, Sangro e Trigno – sono state costruite 40 anni fa dalla Cassa per il Mezzogiorno e tutte, dice Cosimino Pallotta (che lavora in questo campo da decenni) «hanno bisogno di una manutenzione straordinaria massiccia». La Bifernina è stata anche interessata in passato da crolli sui viadotti secondari. Il problema, ragiona, è che si investe «molto poco. Con le moderne tecnologie non ci vuole molto a capire quali sono i punti deboli di una struttura. Bisogna quindi investire fondi e capire quali sono gli interventi fondamentali da realizzare a infrastrutture altrettanto fondamentali».
«La vicenda di Genova è tremenda sotto tutti i punti di vista. Una sciagura immane, ancora più pesante se fosse vero che le criticità erano state previste. Credo che le autorità regionali, nel caso, le avessero segnalate all’Anas e allo Stato», commenta Niro. Per quanto riguarda il Liscione, assicura che «è costantemente monitorato. Mi dicono sia in buono stato di salute. Da informazioni che ho assunto dai dirigenti responsabili, non mi risulta un allarme specifico, urgente. Ma certo, siamo tutti consapevoli che si tratta di un’opera realizzata 45 anni fa». Per quanto riguarda gli interventi alla diga, Niro sostiene la necessità anche di procedere al dragaggio, soprattutto dopo che l’alluvione ha in qualche modo impattato non poco anche sul fondale.
Al di là di questo, però, sia per il Liscione sia per il Gamberale, Niro ha convocato un vertice che vedrà subito dopo Ferragosto attorno al tavolo l’assessore, il capo compartimento Anas Castiglione, il capo dipartimento regionale delle Infrastrutture Giarrusso e il commissario di Molise Acque Pillarella. «Se l’attenzione prima del disastro di Genova era alta adesso è al livello massimo», conclude Niro.
Dal Consiglio regionale arriva la capogruppo della Lega Aida Romagnuolo esprime «il più sofferto cordoglio per questa inaspettata tragedia capitata a Genova e ai genovesi ma anche la mia sentita e sincera vicinanza ai parenti delle tante vittime». Il suo invito è a «tenere sotto osservazione, senza procurare inutili e dannosi allarmismi di nessun genere, i nostri ponti e in particolar modo il viadotto del Liscione e quello già tanto chiacchierato ponte di Agnone».
Per Genova sono partite ieri sera due unità cinofile dei Vigili del fuoco del Molise per aiutare nella difficile ricerca di vittime e dispersi.

r.i.

Cordoglio e vicinanza dal governatore Toma: «È il momento del dolore, poi la verità»

«A nome della Regione Molise, desidero esprimere tutta la nostra vicinanza alla città di Genova, alla Regione Liguria e ai familiari delle vittime per l’immane tragedia che ha lasciato attonito e incredulo il mondo intero. Stiamo seguendo con trepidazione le fasi di soccorso che stanno impegnando in condizioni proibitive uomini e mezzi dei Vigili del fuoco, della Protezione civile e del 118: una lotta contro il tempo per salvare quante più vite possibili.
Ora è il momento del dolore, cui dovrà necessariamente seguire quello dell’accertamento delle cause che hanno determinato questo disastro».
Così il presidente della Regione Molise, Donato Toma, nel suo messaggio sul crollo del ponte Morandi sull’autostrada A10.
Con un post su Facebook, la deputata molisana di Forza Italia Annaelsa Tartaglione ha commentato: «Questo è il momento del cordoglio e non delle polemiche e delle strumentalizzazioni. Una preghiera per Genova e per le vittime di una incredibile e insopportabile tragedia. Poi verrà il tempo di valutare con chiarezza tutte le responsabilità e speriamo si lavori presto e seriamente, da Nord a Sud, alla ricostruzione di un’Italia con infrastrutture moderne e sicure. Infine un pensiero speciale va alle forze dell’ordine impegnate nei soccorsi: eroi che il nostro Paese non ringrazia mai abbastanza».

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