Sgomento, sgomento e ancora sgomento. Giorgio Carlozzi Mascione – campobassano che ha sposato una ragazza di Genova – è nel capoluogo ligure dai suoceri.
È sotto shock nei video in cui si ferma a pochi metri dal ponte crollato, dopo esserci passato sotto. Insieme a lui in macchina, la moglie e i loro bambini. «Ci sono passato sotto che era già crollato e non me ne sono accorto. Abbiamo sentito un boato, ma c’era il diluvio – racconta nel pomeriggio a Primo Piano – ma credevamo fosse un tuono, invece era il ponte che crollava…». Se ne sono accorti perché un minuto, due minuti dopo un’amica della moglie, che non riusciva a mettersi in contatto con lei attraverso la linea telefonica, le ha inviato un messaggio whatsapp: non passare dal ponte Morandi perché è venuto giù. «Allora ci siamo voltati e abbiamo visto che la parte centrale, per fortuna non quella sotto cui noi eravamo passati, non c’era più».
Mascione, giornalista, si è fermato come tante altre persone in auto. Con video che hanno fatto migliaia di visualizzazioni su Twitter e una diretta Periscope, per quanto possibile e senza intralciare il lavoro di soccorritori e forze dell’ordine, ha documentato il disastro.
«O mio Dio, o mio Dio», dice più volte nei video. E lo spavento aumenta quando capisce che non riesce a vedere l’altra parte crollata dal suo punto di osservazione. Talmente grande è il segmento di autostrada venuto giù. Fa una tenerezza infinita la voce dei bimbi: «Non ci andiamo là», dicono alla mamma e al papà. Il telefonino di Giorgio poi documenta l’arrivo delle forze dell’ordine. Lui si incammina sotto la pioggia e riprende i tronconi rimasti, il Tir in bilico: «Santo Cielo, è crollato tutto», dice con la voce di chi è vivo per miracolo.
Stavano andando in un centro commerciale, pioveva forte e con due figli piccoli ci sono poche alternative. Tutto stravolto. «Sembrava un film, invece era realtà». Pensare che un ponte del genere, mastodontico, che collega due vallate, potesse crollare secondo Mascione era impossibile. Nella zona dove vivono i suoi suoceri di solito c’è grande fermento: treni merci, traffico. Il rumore della vita di una grande città. «Adesso c’è un silenzio irreale, si sentono solo le sirene e gli elicotteri».

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