Il terremoto di questi giorni, oltre ad aver scosso il Molise sono state percepite in tutte le regioni limitrofe, causando panico ovunque. Tante le persone che hanno dormito in macchina e tanti i turisti che sono andati via.
L’europarlamentare molisano e membro della Commissione Ambiente al Parlamento europeo Aldo Patriciello commenta così gli ultimi eventi: «Oggi più che mai è necessario un piano straordinario che consenta da un lato di fare un censimento del patrimonio edilizio e del suo stato di conservazione – soprattutto nelle zone classificate sismiche, per poter così avviare le necessarie opere di risanamento e di adeguamento antisismico con gradualità, dando la priorità agli edifici pubblici (ospedali, scuole, chiese) -; dall’altro di adeguare le norme tecniche ed investire più risorse nella ricerca di materiali da costruzione più adatti e di tecnologie più avanzate e rispondenti a livelli di maggior sicurezza. È una priorità che non può più essere rimandata.
Quanto avvenuto in queste ore – afferma Patriciello – ci deve far riflettere in maniera seria e doverosa sulla necessità di non procrastinare ulteriormente per un piano straordinario capace di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio pubblico e privato che caratterizza i tanti borghi della nostra Regione che, come tristemente noto, ricade in un’area caratterizzata da sismicità significativa. Pur sollevati dal fatto che lo sciame sismico di questi giorni non abbia arrecato danni significativi a cose e persone – continua l’eurodeputato azzurro – non posso non sottoscrivere pienamente il grido di allarme lanciato dal presidente Toma rispetto alla necessità di misure eccezionali in ambito infrastrutturale capaci di consolidare un patrimonio immobiliare vetusto e vulnerabile inadatto a resistere alle sollecitazioni sismiche e lontano dai requisiti di antisismicità previsti dalle nuove normative. Si tratta ovviamente di un’esigenza che riguarda il nostro territorio, ma che va estesa a tutto il Paese se consideriamo che studi recenti del Consiglio Nazionale Ingegneri evidenziano come oltre 21,5 milioni di persone abitino in aree del Paese esposte a rischio sismico molto o abbastanza elevato (zone 1 e 2) e altri 19 milioni risiedano, invece, nei comuni classificati in zona 3. In effetti, se da un lato è vero che gli eventi sismici non sono prevedibili né evitabili – dice ancora Patriciello – è possibile però pianificare un’azione di prevenzione e di contenimento dei danni da essi derivanti, soprattutto rendendo gli edifici capaci di resistere alle sollecitazioni sismiche senza provocare danni alle persone. Non ha senso parlare di previsione dell’evento sismico indipendentemente da un’adeguata politica di prevenzione dei danni e, d’altra parte è giusto concentrare gli sforzi di prevenzione là dove sappiamo con certezza che, in un futuro vicino e lontano, il terremoto tornerà. Da questo punto di vista anche l’Unione europea deve fare la sua parte. Dal terremoto dell’Aquila agli eventi sismici del Centro Italia – spiega l’europarlamentare – le istituzioni comunitarie hanno sempre dato prova di straordinaria solidarietà, stanziando parte considerevole delle risorse necessarie alla ricostruzione dei territori colpiti dai terremoti attraverso il Fondo europeo di solidarietà. Uno strumento pertanto senza dubbio importante i cui stanziamenti dovrebbero però seppur in parte essere allocati prima in chiave precauzionale per creare un paniere di risorse europee, nazionali e regionali in grado di finanziare gli interventi per la prevenzione del rischio sismico su tutto il territorio nazionale. È questa – conclude Patriciello – la battaglia da portare avanti in Europa di cui parlerò con il presidente Tajani alla ripresa delle attività istituzionali conoscendo la sua spiccata sensibilità sul tema».

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